Mentre in Siria si muore, ecco i boots on the ground di Franceschini a Palmira
Mentre Palmira viene riconquistata dall'esercito del presidente siriano Bashar el Assad e l'occidente resta immobilizzato di fronte alla guerra contro lo Stato islamico, che in questi mesi ha sì deturpato le rovine dell'antica città siriana, ma soprattutto ha fatto migliaia di morti, ecco l'ultima proposta italiana: l'invio dei caschi blu delle opere d'arte. "Nei prossimi giorni vedremo che scelte verranno fatte su Palmira e che tipo di intervento verrà richiesto. Noi siamo comunque pronti con la nostra task force, composta dai Carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale e da civili specializzati". A parlare è il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, in merito a un eventuale intervento dei 'caschi blu' della cultura italiani nel sito archeologico di Palmira, già liberato dalla presenza dei miliziani dello Stato islamico. La proposta del ministro smaschera ancora una volta la decisione dell'occidente di volersi girare dall'altra parte di fronte alle vittime in carne e ossa della guerra, celandosi dietro l'ipocrisia della tutela delle opere d'arte. Che di certo fanno parte del bagaglio storico, religioso e culturale dell'umanità intera, ma che di fronte alle migliaia di vite umane devastate dalla guerra appaiono invece come un argomento ulteriore per giustificare la scelta di restare a guardare. E' quello che Mario Sechi ha definito "la metafora dell'impotenza dell'occidente".
Anche Adriano Sofri ha sottolineato come l'inazione dell'occidente sia inspiegabile, anche guardando agli schieramenti sul terreno, alle difficoltà oggettive che lo Stato islamico sta incontrando nell'ultimo periodo.
Il Foglio sportivo - in corpore sano