Il caso Morosini finisce al Quirinale
“C’è un divieto per i magistrati di partecipare a campagne politiche”, ha affermato Legnini in un’intervista a SkyTg24, ribadendo che “il giudice deve coniugare il diritto a esprimere la propria opinione con la necessità di garantire la propria terzietà”. Secondo il vicepresidente del Csm, infatti, il referendum sulla riforma costituzionale che si terrà in ottobre “si è caricato di un significato politico”, e di conseguenza “ci sono ragioni che suggerirebbero cautela” da parte dei magistrati.
Con il suo richiamo, Legnini ha voluto andare oltre il caso Morosini, e rifersi alla campagna politica lanciata dalla corrente di sinistra Magistratura democratica (cui il consigliere del Csm appartiene) contro la riforma della Costituzione, attraverso un vero e proprio manifesto per il “no”. Non è un caso che l’ammonizione del vicepresidente del Csm sia giunta poche ore dopo la pubblicazione su Repubblica di una lettera del procuratore di Torino, Armando Spataro (ex segretario della corrente Movimento per la giustizia, alleata di Md sotto la sigla Area), che invece aveva parlato di un “diritto-dovere” dei magistrati di schierarsi al referendum.
Dello stesso tenore è l’intervista rilasciata oggi al Corriere della sera da un altro componente del gruppo di sinistra Area, il consigliere del Csm Antonello Ardituro, per il quale l’adesione dei magistrati al comitato per il “no” pone problemi di “opportunità” solo nel caso di rappresentanti del Csm – e non dell’Anm –, anche se ad ogni modo non si tratta “certo di un divieto; chi vuole ha comunque il diritto di farlo”.
I contenuti dell’incontro di oggi tra Orlando e Legnini verranno riferiti da quest’ultimo al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che del Csm è presidente, e che secondo organi di stampa sarebbe fortemente preoccupato per l’interventismo di una parte della magistratura nel dibattito politico sul referendum, che rischia di minare il principio di terzietà dei giudici. Sulle polemiche è tornato a esprimersi anche il premier Matteo Renzi, definendole “parapiglia politico di basso livello”: “Non mi troverete mai a fare polemica contro i magistrati. Vadano ai processi, facciano le sentenze. Io li rispetto”.
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