Costruttori e Capitale. Domani il confronto dei candidati sindaco di Roma con l'Acer. Anticipazioni e documenti

Redazione
Ci saranno Alfio Marchini, Roberto Giachetti, Giorgia Meloni, Stefano Fassina mentre per “questioni familiari” ha disdetto all’ultimo minuto la candidata del movimento 5 stelle Virginia Raggi. Modera il direttore del Foglio, Claudio Cerasa

Giovedì mattina, presso la Sala Conferenze dell’Ance in via Guattani 16, Roma, i costruttori romani, l’Acer, il cui presidente è Edoardo Bianchi, organizzeranno uno dei primi incontri pubblici tra i candidati sindaco. Ci saranno Alfio Marchini, Roberto Giachetti, Giorgia Meloni, Stefano Fassina (nonostante la temporanea esclusione della sua lista) mentre per “questioni familiari” ha disdetto all’ultimo minuto la candidata del movimento 5 stelle Virginia Raggi (modera il direttore del Foglio, Claudio Cerasa). Nel corso della mattinata il Centro di ricerche di mercato, servizi per chi opera nel mondo delle costruzioni e dell'edilizia (Cresme) presenterà ai candidati sindaco una ricerca commissionata dall’Acer sulle strategie di sviluppo previste da qui al 2030 nelle principali capitali europee.

 


Alcune delle slide in anteprima

 


 

Nel corso della mattinata, inoltre, i candidati si misureranno su alcuni temi cruciali per la ricostruzione della città e i costruttori romani metteranno a fuoco quali sono le priorità, dal loro punto di vista, per il futuro della città. Ai candidati sarà consegnato un documento che il Foglio è in grado di anticipare per la parte che riguarda un aspetto cruciale della città: l’assenza di un mercato aperto come chiave migliore per combattere le inefficienze. Qui un estratto del documento.
 

 

LAVORI PUBBLICI – TRASPARENZA E MERCATO, I MIGLIORI ALLEATI DI ONESTA’ ED EFFICIENZA

 

I migliori alleati della ripresa economica siamo noi, imprenditori radicati su questo territorio, con il nostro “indotto” – come si dice in gergo – che è in realtà una grande comunità composta di migliaia di piccole e medie aziende e di centinaia di migliaia di lavoratori. La situazione disastrata delle casse pubbliche, comunali e non solo, oltre alla congiuntura mondiale e alle nuove tendenze del nostro settore, ci hanno spinto da tempo a chiedere trasparenza, apertura al mercato e regole certe.
 
Nel sistema delle gare, la regola dell’evidenza pubblica deve tornare a essere la norma. Ogni sistema di gara derogatorio allo schema delle procedure aperte, come per esempio accade con le procedure negoziate e le somme urgenze, ha l’effetto di restringere le possibilità di business di tanti operatori, specialmente quelli con minori “agganci”, per di più in una fase di già forte contrazione degli investimenti per motivi esogeni. 
 
Inoltre sarà bene prestare ascolto a quanto di recente osservato da Raffaele Cantone, Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), secondo il quale l’utilizzo di procedure derogatorie al sistema più aperto di appalti può favorire pratiche operative connotate da opacità nel successivo affidamento.
 
Procedure aperte, in definitiva, nell’interesse delle imprese competitive e del settore pubblico.
 
Sulle buche è il momento di cambiare strada. Da ben tre anni e mezzo la manutenzione stradale della cosiddetta Grande Viabilità del Comune di Roma è gestita soltanto tramite proroghe di contratti scaduti e affidamenti mediante procedura negoziata. I risultati – meno concorrenza, più buche – sono sotto gli occhi e le ruote di milioni di persone, romani o turisti che siano.
 
L’Amministrazione comunale ha elaborato un nuovo modello di affidamento fondato sulla separazione dell’attività del sorvegliante da quella di chi esegue i lavori di manutenzione tecnica. Riteniamo che questo, e non la continuazione dello status quo, possa essere uno degli strumenti per risolvere i problemi della manutenzione delle strade cittadine.
 
In ogni caso è indispensabile garantire al sistema viario cittadino adeguate risorse finanziarie: serve un programma pluriennale di manutenzione straordinaria (che a Roma non si esegue da anni). Il costo stimato è di 250 milioni di euro all’anno per cinque anni; dopodiché, occorreranno 100 milioni all’anno per la manutenzione ordinaria.
 
Sui pagamenti e sui tempi, un diritto rispettato perché rispettabile. Un diritto inaffidabile e una burocrazia imprevedibile, entrambi alla mercé delle maggioranze politiche del momento, sono gli ingredienti perfetti per generare massima incertezza e sfiducia negli operatori. Due esempi?
 
Troppo spesso il Comune di Roma non rispetta i termini di pagamento previsti dalla normativa vigente, creando fortissimi disagi alle imprese appaltatrici, anche con riguardo ai loro rapporti con fornitori, dipendenti ed enti previdenziali.
 
Inoltre negli ultimi anni sono stati aggiudicati numerosi lavori infrastrutturali per i quali, però, l’iter procedimentale non si è mai concluso con la materiale consegna dei lavori alle imprese appaltatrici. Occorre dare seguito a tali lavori, sia per sanare una situazione di stallo inaccettabile, sia perché l’avvio dei medesimi rappresenta la soluzione a numerose criticità presenti sul territorio.
 
Per parafrasare Frédéric Bastiat, economista francese della prima metà del XIX secolo, quanto più il diritto a Roma diverrà rispettabile, tanto più sarà rispettato.
 
Una nuova strategia per le infrastrutture. Senza ricorrere a dati statistici, la nostra vetusta rete infrastrutturale (strade, metropolitane, ferrovie, parcheggi) non resiste più all’incalzare delle necessità di una città moderna.
Serve un nuovo piano strategico della mobilità che individui le opere e le risorse necessarie e, per attuarlo, definisca le indispensabili sinergie con tutti i soggetti coinvolti.
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