Cosentino è un camorrista o un Corona?
Finalmente è arrivata la prima tanto attesa condanna di Nicola Cosentino. Dopo quasi dieci anni di indagini sul riciclaggio di soldi e rifiuti, inchieste sui rapporti con il clan dei Casalesi, accuse di favori alla criminalità in cambio di voti, di estorsione e concorso esterno in associazione camorristica, il malacarne Nick ’o ’mericano ha subìto una condanna in primo grado a 4 anni di reclusione. La sentenza però non riguarda nessuno dei processi per cui è agli arresti ormai da quasi mille giorni e di cui si attendono ancora le sentenze di primo grado, ma proprio il suo comportamento da carcerato preventivo. Cosentino è stato condannato per la corruzione di un agente penitenziario al fine di poter ricevere in cella benefit non previsti, come cibo, abiti e un iPod per ascoltare la musica.
L’ex sottosegretario all’Economia del Pdl era entrato nel carcere di Secondigliano nel 2014 e l’anno successivo, dopo il ritrovamento dell’apparecchio musicale durante un’ispezione, viene trasferito al carcere di Terni con il divieto di incontrare la moglie (anch’ella condannata per la stessa vicenda). Poi Cosentino viene mandato ai domiciliari in Molise (ma lontano dalla famiglia), dopo un altro anno, e fanno due, di carcerazione preventiva, che gli è servita a fargli meritare una condanna. Degli altri quattro processi, quelli per cui l’avevano messo in galera e ora ai domiciliari, sul monopolio nella distribuzione di carburante dell’azienda di famiglia e sulla collusione con i Casalesi, ancora non si sa nulla. Descritto come l’amico dei boss che ha fatto entrare la camorra nelle istituzioni, per adesso è solo un Fabrizio Corona che ha fatto entrare un iPod in cella.
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