L'impeachment a Hillary, tra minaccia e realtà
“Penso che tutto sia possibile”, ha dichiarato al Washington Post il rappresentante Trent Franks, dell’Arizona, che presiede il sub-comitato della Camera sulla Giustizia costituzionale e civile, spiegando di essere convinto che Clinton abbia commesso un reato utilizzando un server di mail privato. Il rappresentante Michael McCaul, del Texas, presidente del comitato della Camera sulla Sicurezza interna, ha paventato il rischio di una “crisi costituzionale”, se l’indagine dovesse produrre abbastanza prove da richiedere un processo. Secondo il senatore Ron Johnson, del Wisconsin, presidente del comitato del Senato sulla Sicurezza interna e affari governativi, Clinton potrebbe essere messa in stato di accusa per aver “deliberatamente celato e distrutto” le email al centro dell’indagine. Donald Trump ha aggiunto la propria voce al coro, dicendo ai suoi sostenitori a un comizio in Florida che “Hillary Clinton è la persona più corrotta mai candidata a presidente e, se fosse eletta, creerebbe una crisi costituzionale senza precedenti (…) Sapete che andrà così. E in piena onestà, abbiamo già vissuto questa situazione con suo marito”.
Altri parlamentari repubblicani hanno espresso dubbi sull’opportunità di parlare di impeachment. Il senatore John Cornyn, del Texas, ha fatto notare che il discorso sia “prematuro”, visto che “non è ancora stata eletta”, mentre il rappresentante del Wisconsin James Sensenbrenner ha osservato come l’intero dibattito sia basato su delle “speculazioni”. Clinton ha rifiutato di commentare, mentre il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha osservato che ai repubblicani, “non interessano le prove” di un’eventuale colpevolezza.
L’impeachment è il procedimento previsto dalla costituzione per la messa in stato di accusa del presidente, vice-presidente e degli “ufficiali civili del governo degli Stati Uniti” quando sono accusati di “tradimento, corruzione o altri crimini e comportamenti non opportuni”. Se alla Camera vengono approvati a maggioranza semplice articoli di impeachment su un qualsiasi numero di capi d’imputazione, l’accusato viene processato dal Senato, che determina l’eventuale colpevolezza e conseguente rimozione dall’ufficio con un voto in cui è richiesta una maggioranza dei due terzi. La costituzione prevede che in caso di processo al Presidente, il Chief justice della Corte suprema presieda le sedute. Nella storia degli Stati Uniti solo due presidenti sono stati sottoposti all’impeachment: Andrew Johnson nel 1868 e Bill Clinton nel 1998. In entrambi i casi, le accuse approvate dalla Camera sono state respinte dal Senato. Nel 1974 erano stati approvati articoli di impeachment contro Richard Nixon dal comitato della Giustizia della Camera, ma il presidente si dimise prima che la Camera potesse dare il via al procedimento.
Anche se Clinton dovesse venire eletta, e i parlamentari repubblicani dovessero iniziare un processo di impeachment, è difficile che venga raggiunta la maggioranza qualificata richiesta al Senato per una condanna. Clinton conosce bene la procedura dell’impeachment, non solo per via dell’esperienza del marito, ma anche perché nel 1974 collaborò con il comitato della Giustiza della Camera nella preparazione dei capi di accusa contro Nixon.
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