Un emendamento e l'eutanasia ora c'è
Alla Camera la legge va avanti tra l’indifferenza generale su un tema etico, mentre si discute di outlet
[Aggiornamento del 20 aprile 2017. La Camera dei deputati ha approvato il disegno di legge sul biotestamento con 326 voti a favore, 37 contrari e 4 astenuti. Ora il testo passa all'esame del Senato]
Con l’ultimo emendamento approvato alla Camera, la legge sul testamento biologico diventa esplicitamente una legge di eutanasia. Si può raccontare quel che si vuole, ma per convincersene basta leggere il testo: “Nel caso di paziente con prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure. […] In presenza di sofferenze refrattarie ai trattamenti sanitari, il medico può ricorrere alla sedazione palliativa profonda in associazione con la terapia del dolore, con il consenso del paziente”. Queste norme sostituiscono quelle precedenti, che imponevano che “il rifiuto del trattamento sanitario indicato dal medico” non può “comportare l’abbandono terapeutico”. Invece ora il trattamento terapeutico sarà sostituito dalla sedazione profonda continuativa, cioè in pratica dalla somministrazione di sostanze che portano al decesso del paziente.
Se a questo si aggiunge che persino l’idratazione e l’alimentazione artificiali, indebitamente considerate come terapie, vengono sospese a richiesta del paziente, anche preventiva, il quadro che ne deriva è chiarissimo. Non si capisce a questo punto perché mai si insista nel sostenere che la legge in gestazione riguardi soltanto le disposizioni preventive, mentre rappresenta l’introduzione nell’ordinamento del suicidio assistito. La maggioranza costituita dal Pd e dal Movimento cinque stelle su questo tema appare granitica (e questo accade proprio in concomitanza con una larghissima apertura di credito a Beppe Grillo da parte del quotidiano della Conferenza episcopale), mentre l’opposizione – se mai c’è stata, in materia – si sfalda. Se, almeno, la battaglia per impedire di far morire di sete i pazienti fosse sostenuta da un’area rilevante dell’opinione pubblica, nel passaggio al Senato, dove l’asse eutanasico è più debole, potrebbe far breccia.
Se non sarà così, si avrà in pratica il passaggio da una limitazione dell’accanimento terapeutico a una considerazione della vita stessa come un accanimento cui è lecito mettere fine in ogni modo, persino con la tortura della morte di sete. In un paese in cui si mette al centro dell’attenzione l’apertura di un outlet a Pasqua, al punto che proprio su temi come questi si sottolinea la convergenza tra grillini e mondo cattolico, un problema morale e civile come quello dell’introduzione dell’eutanasia – con la vita che diventa, come è solito dire Papa Francesco, uno scarto – non suscita interesse. Quello che irrita di più è l’ipocrisia dei sostenitori della legge (con l’eccezione dei Radicali che sostengono apertamente l’eutanasia) che continuano a negare il suo carattere eutanasico, ma a ogni passaggio parlamentare lo rafforzano in maniera sempre più esplicita.