L'accelerazione verso il fine vita
Lo sprint del Senato farà comodo a molti, da Grasso al M5s. Non alla legge
La Conferenza dei capigruppo del Senato ha deciso di cominciare immediatamente la discussione sulla legge sul fine vita, già approvata alla Camera e che quindi, se verrà approvata senza modifiche, entrerà in vigore tra poche settimane. Poco prima della decisione sul calendario dei lavori, il presidente Pietro Grasso ha ricevuto i vertici dell’Associazione Luca Coscioni, mentre è in corso il processo per il suicidio assistito di Dj Fabo. Siamo in una fase preelettorale, Grasso è sceso in campo, e non si guarda tanto per il sottile. Ma l’accelerazione, voluta anche dal Pd, avrà evidenti ricadute politiche non solo per Grasso. I centristi di Alfano stanno discutendo se entrare nella coalizione capeggiata dal Pd o se presentarsi da soli, anche rischiando di non superare la soglia di sbarramento. Avevano chiesto modifiche alla legge, che non possono essere accolte perché altrimenti sarebbe necessario un nuovo passaggio alla Camera. E il Pd ha scelto di farla passare così com’è con l’apporto dell’estrema sinistra e dei Cinque stelle, cioè con una maggioranza diversa da quella che sostiene il governo di Paolo Gentiloni. Il nostro giudizio di merito sulla legge lo avevamo già espresso. Tutti sono d’accordo a introdurre una regola certa per affrontare, anche in base alla volontà espressa preventivamente dal paziente, il fine vita. Ma il punto critico resta l’equiparazione della nutrizione e dell’idratazione a una terapia, che quindi può essere sospesa in base a un’estensione illogica del rifiuto dell’accanimento terapeutico. L’accelerazione politicista non migliorerà la legge.