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L'eugenetica spiegata con Hawking

Redazione

Il dio della scienza oggi perirebbe sotto l’utilitarismo della sinistra

Stephen Hawking è morto a 76 anni e i giornali di tutto il mondo lo piangono. Aveva non soltanto una mente fuori dal comune, eccelsa, ma anche un incredibile coraggio con cui lottava contro la sua condizione fisica debilitante. Un pezzo di sinistra amava Stephen Hawking non soltanto per il suo scientismo illuminato, per la sua dissacrante certezza che non esistesse alcun Dio, ma anche perché la sua politica coincideva con quella della sinistra (la guerra in Vietnam, l’umanitarismo, la critica a Israele). Ma se oggi ai genitori di Hawking fosse detto che il bambino nel grembo avrebbe sviluppato una simile malattia devastante che lo avrebbe reso immobile per la maggior parte della sua vita, è probabile che lo avrebbe abortito. Una delle menti più brillanti della nostra epoca “interrotta”. Oppure selezionato alla nascita tramite la diagnosi pre-impianto, la tecnica eugenetica che consente di scegliere fra molti embrioni prima di impiantarli nell’utero in nome del principio totalitario della “qualità della vita”. Oppure eutanasizzato.

 

Vale lo stesso per tanti geni della musica: Jeffrey Tate, che sarebbe stato “scartato” a causa della spina bifida; James Levine; Michel Petrucciani, il “gigante” del pianoforte che si arrampicava letteralmente sul seggiolino; Itzhak Perlman, che si muove su un triciclo elettrico, paralizzato; Matthew Wadsworth, il grande interprete di liuto, disabile dalla nascita. Thomas Quasthoff è̀ uno dei baritoni di maggior successo internazionale, sebbene abbia la statura di un bambino e sia in pratica privo di braccia.

 

L’utilitarismo della sinistra, incarnato da filosofi come Peter Singer, oggi avrebbe privato il mondo di Hawking. E di quanti altri geni che non sapremo mai?

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