Il troppo ampio “diritto” all'eutanasia
Proposta di legge alla Camera appoggiata dal M5s, la Lega che farà?
E’ iniziato ufficialmente l’iter parlamentare della legge sull’eutanasia, la discussione è cominciata presso le commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera. Secondo i promotori (le firme sono state raccolte dall’Associazione Luca Coscioni), per ottenere l’eutanasia il richiedente deve essere maggiorenne ed essere affetto “da una malattia produttiva di gravi sofferenze, inguaribile o con prognosi infausta inferiore a 18 mesi”. Si tratta di una formulazione amplissima, visto che non è definibile con precisione la gravità delle sofferenze, che non si precisa neppure se siano fisiche o psicologiche, il che permette un’estensione pressoché incontrollabile del “diritto” al suicidio assistito. Un depresso che sente una sofferenza psicologica, per esempio, può essere sottoposto a eutanasia su semplice richiesta, senza possibilità per i medici di opporsi a una decisione presa in un momento particolare che potrebbe essere superato con trattamenti terapeutici adeguati.
Altrettanto radicale è la normativa prevista per il rifiuto preventivo di trattamenti sanitari: ogni cittadino può rifiutare anche l’alimentazione e l’idratazione artificiali, basta che la richiesta sia “inequivocabilmente accertata”, sempre senza alcun intervento dei medici, e può essere stabilita in anticipo, in caso di pazienti non coscienti, in un “atto scritto”. Il medico deve solo ottemperare e se non lo fa dovrà risarcire il “danno morale o materiale provocato dal suo comportamento”. Di conseguenza chi abbia attuato l’eutanasia (che per la prima volta entrerebbe esplicitamente nell’ordinamento) è immune dalle sanzioni per il reato di aiuto al suicidio e all’omicidio del consenziente. Il carattere così onnicomprensivo della proposta, fatta propria dal M5s, apre un nuovo terreno di conflitto con la Lega e più in generale con il centrodestra, più propenso alla protezione della vita. Ago della bilancia sarà quindi il Partito democratico, nel quale si confronteranno le residue presenze cristiane con il laicismo sostanzialmente prevalente. Una partita delicata che dovrebbe interrogare le coscienze, ma che rischia di essere stravolta da improprie manovre e tattiche politiciste.