Editoriali
Crollano le difese attorno alla vita
Medici inglesi aprono alla “dolce morte”. Si firma per il piano inclinato
La British Medical Association (Bma) ha abbandonato la sua opposizione all’eutanasia in occasione della riunione annuale dei rappresentanti. La Bma, che rappresenta 150 mila medici, si è opposta alla legalizzazione della morte assistita sin dal 2006. Il cambio di posizione arriva a ridosso del disegno di legge per legalizzare l’eutanasia in Inghilterra e Galles che verrà presentato alla Camera dei Lord questo autunno. “Il mondo è cambiato, siamo cambiati, i nostri pazienti sono cambiati”, dicono i medici. La dottoressa Gillian Wright, ex addetta alle cure palliative che ora lavora per Our Duty of Care, una campagna contro la morte assistita, ha avvertito: “Sappiamo che la neutralità significa tacita approvazione e che ha un enorme significato politico”. E’ vero. La Bma si accoda alle posizioni analoghe già espresse dal Royal College of Nursing e dal Royal College of Physicians. Scrive sul Times Danny Kruger, a capo dei parlamentari che si oppongono all’Assisted Dying Bill, che “Dignity in Dying indica l’Oregon come l’esempio da seguire per il Regno Unito. Non si menziona mai il Canada, il Belgio o i Paesi Bassi, e con buone ragioni. Lì lo stato uccide regolarmente i fragili e i depressi. Anche in Oregon il business della morte su appuntamento è orribile”. Invece il punto dell’eutanasia è proprio questo.
Non c’è alcuna assicurazione, né giuridica né morale, che una volta introdotto il principio della “dolce morte” per adulti liberi e consenzienti uno stato non scivoli lungo il piano inclinato olandese e belga, dove l’eutanasia è impartita regolarmente, non solo ai morenti, ma anche ai disabili fisici e psichici, e anche ai bambini (il Belgio è stato il primo paese al mondo a introdurla per i neonati). Quando si firma per i referendum in Italia per l’eutanasia è bene ricordarlo. The future is now.