Editoriali
La nuova piccola italiana: Indi Gregory. Un tentativo di salvarla dal protocollo medico-burocratico inglese
Archie Battersbee, Charlie Gard, Alfie Evans, Alta Fixsler. E' sempre più lungo l'elenco dei bambini per cui medici e giudici impongono l'interruzione delle cure nel Regno Unito contro la volontà delle famiglie. Per evitare la stessa sorte alla piccola Indi, ecco il bel gesto dell'Italia
È questa la direzione che vuole prendere il nostro paese? Permettere l’esecuzione di bambini disabili? Qual è il prossimo passo?”. Così la madre di Archie Battersbee, il dodicenne in coma a cui i medici del Royal London Hospital hanno deciso di sospendere i supporti vitali. Era nel “miglior interesse” di Archie…morire. I genitori di Archie avevano chiesto di poter trasferire il figlio in una struttura in Italia affinché “possa morire con dolcezza circondato dalla famiglia”. Come Charlie Gard, neonato condannato a morire contro il volere del padre e della madre che lo volevano portare negli Stati Uniti per tentare di curarlo. E poi Alfie Evans e Isaiah Hastruup. E Alta Fixsler, due anni, ricoverata all’ospedale Royal Children di Manchester per un danno neurologico, anche lei lasciata morire per volontà medico-legale nonostante la battaglia dei genitori ebrei ortodossi e il tentativo dallo stato di Israele di darle le cure che i suoi chiedevano?
Ora Indi Gregory, la neonata inglese di otto mesi gravemente malata per una patologia mitocondriale, a cui l’Alta Corte di Londra nei giorni scorsi aveva negato la possibilità del trasferimento in Italia per continuare a mantenerla in vita tramite il supporto delle macchine, ha ottenuto la cittadinanza italiana. In questo modo potrebbe essere trasferita al Bambino Gesù, come chiedeva la famiglia. Il Consiglio dei ministri ieri è stato convocato d’urgenza. Poi il via libera. Il Bambino Gesù aveva offerto la possibilità di assisterla, come fatto in passato per altri due bimbi inglesi, ma la giustizia britannica ha negato il trasferimento. Nell’attesa che il giudice esamini il ricorso, atteso a breve, i macchinari che tengono in vita la piccola rimangono accesi. Se la morte è una “scelta”, come si rivendica per gli adulti, perché non dovrebbe essere garantita ai genitori che lo chiedono la scelta di assistere i propri figli malati senza che debba stabilirlo un giudice quando è l’ora di staccare tutto? Dunque, un bel gesto dall’Italia.