Editoriali
L'aborto non è un "valore" europeo
Dopo il voto francese che l'ha inserito in Costituzione, ora entra nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Ma il voto di Bruxelles è un inganno che sembra scritto dal maresciallo Tito
Interessante notare il cambiamento avvenuto negli ultimi cinquant’anni: prima in via eccezionale, l’aborto è diventato un atto comune, poi “un diritto inalienabile a disporre del proprio corpo”, infine in un diritto santificato dalle Costituzioni. Dopo il voto francese che ha inserito l’aborto in Costituzione, arriva il diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Questo ha deciso l’Eurocamera. Si esortano gli stati membri a liberalizzare completamente l’aborto e a rimuovere ogni ostacolo, chiedendo a Polonia e Malta di abrogare le loro leggi e altre misure che lo limitano. Si condanna la clausola di “coscienza” per i medici. Come se il “diritto” all’aborto fosse minacciato, dalla Spagna dove di recente è stato esteso anche alle minorenni all’Irlanda, che lo ha introdotto per via referendaria. In nessun trattato europeo inoltre esiste un “diritto fondamentale all’aborto”. Invece la Russia bolscevica fu il primo paese ad autorizzare l’aborto nel 1920 e la Jugoslavia comunista di Tito a includere il diritto all’aborto nella sua Costituzione nel 1974.
Quanto all’aborto su richiesta fino al nono mese, che è il prossimo terreno di battaglia, oggi è autorizzato in Corea del Nord, nella Cina comunista, in Vietnam in e alcuni stati americani. I deputati europei attaccano anche “i finanziamenti per i gruppi anti-genere e anti-scelta in tutto il mondo, anche nell’Unione europea”. Un grande inganno. In Inghilterra la battaglia anti-gender è portata avanti da una femminista come J.K. Rowling, che è a favore dell’aborto. “Qualunque nome elegante gli diamo, l’aborto è un omicidio”, ha dichiarato il giudice Andrzej Rzepliński, nominato da una maggioranza liberale (già con Donald Tusk primo ministro) e che si è espresso in un giornale di sinistra, la Gazeta Wyborcza. Imboccando questa strada ideologica, l’Europa tradisce uno dopo l’altro valori come l’uguaglianza (ora c’è qualcuno che non è più uguale all’altro, il bambino) e la fratellanza, perché si dice che è possibile eliminare uno della propria specie in qualsiasi circostanza.