Ingroia e i cronisti passati dalle lodi all'affettata meraviglia
La novità è solo il sequestro di beni e la linea della difesa ha qualche fondamento. Nessuna voglia di infierire sull'ex pm dei due mondi, semmai su chi racconta, e ha raccontato, la sua parabola
Oggi i giornali metteranno in pagina titoli visibili sulla notizia relativa al dottore Ingroia indagato per peculato dalla procura di Palermo, ma la notizia è vecchia e l’avete potuta leggere qui circa un mese fa. Questa rubrica ha curato passo dopo passo la singolare vicenda dell’ex pm dei due mondi divenuto prima commissario liquidatore poi amministratore della società partecipata regionale, poi divenuta interamente proprietà della regione Sicilia, addetta ai servizi informatici dell’ente locale.
Della conduzione di Ingroia si è occupata per prima la magistratura contabile poi quella penale. L’indagine è stata in due fasi, un primo proscioglimento per alcune assunzioni poi la ripresa delle indagini su altre vicende. In mezzo, ecco quello che probabilmente fa da spartiacque, la riqualificazione del ruolo di Ingroia dopo l’uscita dalla società del socio privato. L’azienda cambia nome e con un miracolo contabile si affranca da un pesante passivo. Ingroia lo ritiene un successo della sua sagace conduzione e si assegna, divenuto amministratore, un corposo premio di produttività. La procura lo indaga per peculato. Tutto questo ve lo avevamo già raccontato. La notizia nuova riguarda solo il sequestro degli oltre centomila euro del premio. La linea difensiva si attesta sulla scrupolosa osservanza da parte dell’indagato delle leggi e delle procedere e conoscendo le vicende della regione può essere che, in linea di diritto abbia qualche fondamento. Intanto la nuova giunta guidata da Nello Musumeci non ha rinnovato l’incarico all’ex pm. Qui non c’è nessuna voglia di infierire su Ingroia, ma sui cronisti che ne cantarono le lodi e ora affettano meraviglia, è faticoso trattenersi.