foto LaPresse

Ramadan cattolico

Redazione
A Rebbio (Como), il parroco don Giusto Della Valle ha pensato che il modo migliore per favorire il dialogo interreligioso sia quello di invitare i propri parrocchiani a osservare una giornata di digiuno per festeggiare la fine del Ramadan.

A Rebbio (Como), il parroco don Giusto Della Valle ha pensato che il modo migliore per favorire il dialogo interreligioso sia quello di invitare i propri parrocchiani a osservare una giornata di digiuno per festeggiare la fine del Ramadan. Si tratta di solidarietà, ha detto, di un’iniziativa “concreta” per una “reale condivisione interreligiosa”. Il sacerdote – che comunque ha spiegato che osservare il Ramadan cattolico è facoltativo – ha aggiunto che è bene “accogliere qualsiasi momento di festa indipendentemente  dal credo, purché sia aperto a tutti”. E questo si fa, ha chiarito don Giusto, perché così vuole il Pontefice in persona: “Mi pare che le linee di Papa Francesco sul tema integrazione indichino esattamente quale via seguire”, che poi sarebbe quella da lui percorsa a Rebbio.

 

Non è chiaro, però, in quale circostanza Bergoglio abbia invitato l’orbe cattolico a digiunare per santificare la fine del mese sacro ai credenti musulmani. In realtà, solo un mese fa a Sarajevo, incontrando i capi delle comunità religiose locali, il Papa aveva ribadito che “il dialogo, per essere autentico ed efficace, presuppone una identità formata”. Come a dire, prima di tutto è bene che la propria fede sia chiara e non vi siano ambiguità di sorta. Che poi è la forma concisa di quel che disse il cardinal Giacomo Biffi in uno dei discorsi che più alimentarono le scandalizzate reazioni dei benpensanti salottieri: “Per poter dialogare con uno, io devo prima di tutto essere me stesso. La premessa necessaria del dialogo è la propria identità affermata. Se noi aboliamo ogni identità e ci sciogliamo nella mentalità generale, non c’è dialogo”.

 

Di più su questi argomenti: