Misericordia matrimoniale
Con il motu proprio del Papa arriva il processo canonico breve per la nullità matrimoniale. Abolita la doppia sentenza conforme, il vescovo diventa centrale.
Abolito l'obbligo della doppia sentenza conforme, arriva il processo breve sotto la responsabilità del vescovo diocesano, che diventa giudice unico. E' questa "una innovazione rilevante, sempre nell'ottica di velocizzare i processi di nullità di matrimonio", ha sottolineato il cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio consiglio per i Testi legislativi, presentando in Sala stampa vaticana il contenuto dei due motu proprio papali che riformano il processo di nullità matrimoniale.
Centrale diventa la figura del vescovo, che è un po' il principio ispiratore della riforma, come aveva detto nel suo intervento mons. Pio Vito Pinto, decano della Rota Romana. Il vescovo diocesano, infatti, è giudice nella sua Chiesa particolare, e avrà la facoltà di esercitare la giurisdizione personalmente o di delegarla, costituendo un tribunale "che possa giudicare in sua vece". Brevità che però non significa minor rigore: "La sentenza è emanata dallo stesso vescovo diocesano se raggiunge la certezza morale circa la nullità del matrimonio, oppure da lui la causa viene rimessa a processo ordinario".
[**Video_box_2**]Coccopalmerio ha voluto sottolineare come non si stia "parlando di un processo che porta all'annullamento del matrimonio, bensì di nullità. Nullità e annullamento sono cose ben distinte". Quanto all'obbligo della doppia sentenza conforme, non esisterà più, anche se "non è negata la possibilità di appellare la sentenza". In ogni caso, "se l'appello risulta manifestamente dilatorio", il tribunale collegiale dovrà "confermare con proprio decreto la sentenza di prima istanza". La decisione di riformare il processo di nullità matrimoniale, ha spiegato mons. Pinto nella sua introduzione, "è stata presa dal Papa con gravità, ma anche con grande serenità". "La nostra massima legge", ha detto il decano della Rota riprendendo le parole usate da Francesco nell'Introduzione al motu proprio "Mitis Iudex Dominus Iesus" (che si riferisce alle modifiche nel Codice di diritto canonico, mentre il "Mitis et misericors Iesus ha a che fare con il Codice dei canoni delle chiese orientali), è "la salvezza delle anime". Il Pontefice ha anche ascoltato "quattro grandi esperti", i cui nomi "restano segreti", prima di firmare lo scorso agosto le due lettere apostoliche. In ogni caso, i documenti sono stati approvati all'unanimità".
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