L'amnistia di Raul Castro prima dell'arrivo del Papa
Il governo cubano ha deciso di concedere l'amnistia a 3.522 detenuti nell'imminenza dell'arrivo sull'isola di Papa Francesco (atterraggio previsto nel pomeriggio di sabato 19 settembre all'aeroporto dell'Avana). L'annuncio è stato dato dal quotidiano ufficiale governativo, Granma. Sono state tenute in considerazione "la natura dei fatti all'origine della condanna, il comportamento dei detenuti in carcere, la durata della pena e le ragioni di salute". Entro tre giorni la decisione di Raul Castro sarà effettiva.
Tra i beneficiati, molti sono ultrasessantenni e minori di vent'anni senza precedenti penali; malati cronici, donne e diversi detenuti che erano in procinto di ottenere la libertà condizionale. Dall'Avana ricordano che una grande amnistia fu concessa anche nel 1998, quando sull'isola atterrò Giovanni Paolo II, e nel dicembre del 2011, prima dell'arrivo di Benedetto XVI nel marzo successivo, quando a essere liberati furono in 2.991. Si tratta di un record, visto che mai dai tempi della rivoluzione castrista era stata concessa un'amnistia dai numeri così alti. Soddisfazione è stata espressa dalla chiesa locale. Qualche giorno fa, infatti, il cardinale Jaime Ortega y Alamino, arcivescovo della capitale, aveva chiesto al governo, in un'intervista televisiva – la prima di un presule cubano – di scarcerare un congruo numero di detenuti in occasione del viaggio papale. Il porporato aveva sottolineato come i reati cui faceva riferimento erano "comuni" o "economici". Solo in misura minore si chiedeva la liberazione dei detenuti per motivi "politici".
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