Gli imam francesi le suonano alle piazze di #notinmyname
Sabato a Roma e a Milano scendono i piazza gli islamici moderati per dissociarsi dagli eccidi di Parigi. Ma rimangono strani distinguo. E la curiosa pretesa che la religione musulmana non c'entri nulla. Chiedere alla Conferenza degli imam di Francia
“Not in my name”, "non in mio nome" scriveranno su cartelli le centinaia – forse migliaia – di musulmani che scenderanno in piazza domani a Roma e Milano per dissociarsi dalle stragi parigine della scorsa settimana. Noi non c’entriamo niente con quei terroristi, diranno: l’islam è religione di pace, non ha niente a che vedere con le fusillades tra le brasserie, anche se è sempre bene ricordare la discriminazione ("no all'islamofobia" è nella convocazione del sit-in di Milano) e la guerra d’Algeria.
I distinguo, insomma, rimangono tutti. A tutti questi farebbe bene buttare un occhio sul potente discorso che la Conferenza degli imam di Francia ha chiesto venga letto oggi in tutte le moschee del paese. Basta con il pedante dissociarsi dagli attentatori del Bataclan: “Cari musulmani, fate attenzione a coloro che cercano di giustificare l’ingiustificabile in nome del razzismo, della emarginazione e della colonizzazione. Sono solo pretesti per dissimulare il loro odio e il loro fanatismo religioso”. La condanna degli attentati “non è più sufficiente, perché non possiamo continuare a fare come gli struzzi, cioè mettere la testa sotto la sabbia ripetendo la frase ‘non siamo stati noi, sono stati loro!’. Ogni leader religioso musulmano deve prendersi la propria parte di responsabilità per questi attacchi criminali che sono stati commessi nel nome della nostra religione”. Secondo questa perversa ideologia, ogni accenno alla possibilità di imbastire un dialogo interreligoso è “un tradimento e una collaborazione con l’occidente, al punto che gli imam tolleranti sono minacciati all’interno delle rispettive moschee da parte degli estremisti che hanno scelto la strada dell’ostilità e dell’odio contro tutti coloro che non sono musulmani”. Il problema è tutto interno, insomma e il j’accuse riguarda anche “quegli imam importati dall’estero che non parlano nemmeno una parola di francese”.
[**Video_box_2**]Sono predicatori che “hanno ridotto il nostro islam universale a una religione settaria e odiosa che non accetta l’apertura e l’adattamento ai valori europei. Questi imam incompetenti devono lasciare il loro posto”. E farebbero bene i musulmani francesi, dice ancora il comunicato della Conferenza islamica francese, a tenere a mente il trattamento privilegiato di cui godono in Europa, visto che “i cristiani, gli ebrei e gli atei vivono in condizioni difficili nel mondo islamico”, dove “costruire una chiesa o una sinagoga si rivela un sogno impossibile senza l’intervento delle massime autorità statali”.
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