Sì alla comunione ai divorziati risposati
L’incertezza sull’interpretazione di Amoris laetitia, se cioè l’esortazione post sinodale conceda o meno la possibilità ai divorziati risposati di accostarsi alla comunione, è finita. Il Papa ha detto di sì, in una lettera ai vescovi argentini della regione di Buenos Aires, che all’inizio del mese avevano inviato una circolare al clero locale. Francesco spiega che “non c’è un’altra spiegazione possibile”. Un primo segnale sul fatto che l’apertura fosse chiara, Bergoglio l’aveva dato ad aprile, tornando dal viaggio a Lesbo. “Potrei dire di sì”, aveva ammesso rispondendo a una domanda specifica sul tema. Ora il Pontefice per la prima volta mette nero su bianco che di interpretazione possibile su quella faccenda ce n’è una sola, ed è quella che va contro “i cuori chiusi”, come ebbe a dire nel ben poco criptico discorso conclusivo del Sinodo. L’interpretazione dei vescovi argentini, definita “eccellente” dal Papa, pone l’accento sul percorso di discernimento necessario a valutare il riaccostamento all’eucaristia.
Fatto, questo, non garantito, visto che il cammino “può orientarsi ad altre forme di maggiore integrazione nella vita della chiesa”. Un concetto che il Papa più volte ha ripetuto, specie quando ha sostenuto che la comunione non può essere un “premio”. Un passaggio in particolare, contenuto nella lettera dei vescovi argentini, farà discutere, e cioè quando si sostiene che “quando non si può ottenere una dichiarazione di nullità”, l’impegno alla continenza “può non essere di fatto percorribile”. Nonostante ciò, però, “ugualmente è possibile un percorso di discernimento”. Soprattutto se di mezzo ci sono i figli, danneggiare i quali costituirebbe “una ulteriore mancanza”.
Vangelo a portata di mano