Il vuoto valoriale dell'occidente
Non solo povertà e disoccupazione. Parole chiare del card. Parolin
Il segretario di stato Pietro Parolin, intervistato dalla Stampa, spiega che per affrontare il terrorismo fondamentalista è sì necessario ridurre la povertà, la mancanza di lavoro e l’emarginazione sociale, ma poi serve (molto) altro. “Vediamo, per esempio, con il fenomeno dei cosiddetti foreign fighter, che c’è una causa ben più profonda di malessere che favorisce il terrorismo ed è la perdita di valori che contraddistingue tutto l’occidente e che destabilizza soprattutto i giovani”. Dice, il cardinale Parolin, che “dal secondo dopoguerra in avanti l’Europa ha cercato di affrancarsi dal patrimonio culturale e valoriale che l’ha generata e ciò ha creato un vuoto. I giovani – ha aggiunto – avvertono e patiscono drammaticamente le conseguenze di questo vuoto poiché, non trovando risposte alle loro giuste domande sul senso della vita, cercano palliativi e surrogati”. Parole di rilievo che segnano però una certa distanza con quanto – sul tema – aveva detto il Pontefice durante la chiacchierata del mese scorso con gli studenti dell’Università Roma Tre. Allora, Francesco aveva osservato che la mancanza di lavoro giovanile può portare alla dipendenza da droghe, al jihadismo o al suicidio. Parolin ribalta la prospettiva: il problema di fondo è il vuoto valoriale in cui è piombato l’occidente, il crollo di tutte le evidenze. È qui, e non nella disoccupazione, che può nascere la tentazione di andare a irrobustire le file dei tagliagole islamisti, cercando – appunto – “palliativi e surrogati” a una domanda sul senso della propria esistenza che rimane senza risposta. Il problema, insomma, è prima di tutto dell’occidente, chiamato a svegliarsi prima che della sua storia e delle sue radici non rimanga altro che una bella pagina su qualche libro di storia buono per polverose biblioteche.
Editoriali