Il Vaticano apre a una storica visita di Papa Francesco in Russia
Il segretario di stato vola a Mosca, e domani incontra Putin. Ucraina e Siria tra i temi caldi, mentre i cattolici russi chiedono l'intervento del Pontefice per tutelare la libertà di culto nel paese
"Il momento è positivo" e potrebbe precludere in futuro a una visita in Russia di Papa Francesco. Parlando in conferenza stampa al fianco del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, il segretario di stato del Vaticano, cardinale Pietro Parolin, ha fatto intendere che tra Roma e Mosca si lavora per dare seguito all'incontro dell'Avana dello scorso anno, quando il pontefice strinse la mano al patriarca russo Kirill nel primo incontro tra i massimi rappresentanti della chiesa cattolica e di quella ortodossa dallo scisma del 1054.
La stessa visita di Parolin in Russia in questi giorni ("è la prima volta che vengo qui, sono molto emozionato", ha commentato il segretario di stato) è un evento di per sé notevole. Dall'inizio della guerra in Crimea, nessun rappresentante del Vaticano è andato al Cremlino in visita ufficiale. Parolin incontrerà nelle prossime ore anche il patriarca Kirill e, domani a Sochi, il presidente Vladimir Putin.
Con Lavrov, il cardinale ha avuto un colloquio lungo, nel quale i due hanno discusso delle crisi in Ucraina e in Siria. Sul fronte della persecuzione delle minoranze in medio oriente, tra cui quella drammatica che coinvolge i cristiani, Lavrov ha convenuto con Parolin della necessità di difenderle dalla minaccia dell'estremismo islamico. Su questo punto, i cristiani in medio oriente guardano da tempo con ottimismo e speranza alla politica filo-assadista del Cremlino, tenuto conto delle attenzioni particolari con cui il regime di Damasco a sempre guardato ai cattolici in Siria. Una posizione che ha spesso messo in difficoltà il pontefice, accusato da qualcuno anche di una eccessiva "correttezza ecumenica" (l'ha definita così John L. Allen, esperto affari vaticani). Per Parolin bisogna "parlare e sforzarsi di cercare il dialogo con tutti", e Mosca non fa eccezione.
Su un altro punto – e il cardinale l'ha lasciato intendere anche durante la conferenza stampa con Lavrov – Parolin e Lavrov hanno trovato alcune distanze, come nel caso della condizione dei cristiani in Russia. La chiesa cattolica russa chiede da tempo un intervento diretto da parte del Vaticano per risolvere i problemi legati alla dimensione locale, che – dicono – limitano la libertà di culto. Tra questi, come ha riferito a Cruxnow il segretario generale della Conferenza dei vescovi russi, monsignor Igor Kovalevsky, c'è il tema degli edifici di Mosca appartenenti alla chiesa cattolica e sottoposti a sequestro in epoca sovietica, chiese e palazzi che le autorità locali non hanno ancora restituito ignorando le decisioni dei tribunali. "Abbiamo bisogno che i nostri problemi pratici siano risolti", ha aggiunto Kovalevsky. Anche per questo, Parolin ha sottolineato il valore ecumenico della sua visita in Russia, dove vivono 773 mila cattolici, appena lo 0,5 per cento della popolazione. "Ogni comunità religiosa ha bisogno di un luogo adatto, ha bisogno di una chiesa, ha bisogno di un tempio, per poter professare la propria fede", ha sottolineato il cardinale in un''intervista al Servizio di informazione dell'arcidiocesi di Mosca. Ora la comunità cattolica in Russia guarda con speranza alla Ostpolitik vaticana e alla possibilità di una visita storica di Papa Francesco.
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