Papa Francesco contro il Natale “senza Gesù”
Durante l'udienza generale il Pontefice critica chi “snatura” la festa cristiana eliminando ogni riferimenti alla nascita di Dio. "E' un falso rispetto di chi non è cristiano"
Anche quest'anno le polemiche non sono mancate. C'è chi ha protestato per la scelta di affidare a una famiglia senegalese il ruolo della Sacra Famiglia in un presepe vivente. C'è chi il presepe ha deciso di non allestirlo per non urtare la sensibilità di chi ha una fede diversa. Chi ha provato a rubare la statua di Gesù Bambino e chi, invece, ha preferito distruggerla direttamente.
E poi, ovviamente, non sono mancati gli appelli dei politici che si sono fatti ritrarre davanti il presepe per ribadire che non possiamo rinunciare alle nostre tradizioni oggi che “ondate di migranti” mettono a rischio la società occidentale.
Insomma, mai come oggi, il Natale sembra essere diventata una festa che fa discutere e divide. Utilizzata strumentalmente da più parti fino al punto che, inevitabilmente, si finisce per “snaturarne” il senso, nasconderne il significato più vero e profondo. Lo stesso che questa mattina, nel corso dell'udienza del mercoledì in aula Paolo VI, è stato richiamato da Papa Francesco.
“Ai nostri tempi, specialmente in Europa, assistiamo a una specie di 'snaturamento' del Natale – ha detto durante la sua catechesi – In nome di un falso rispetto che non è cristiano, che spesso nasconde la volontà di emarginare la fede, si elimina dalla festa ogni riferimento alla nascita di Gesù. Ma in realtà questo avvenimento è l’unico vero Natale! Senza Gesù non c’è Natale; c’è un’altra festa, ma non il Natale. E se al centro c’è Lui, allora anche tutto il contorno, cioè le luci, i suoni, le varie tradizioni locali, compresi i cibi caratteristici, tutto concorre a creare l’atmosfera della festa, ma con Gesù al centro. Se togliamo Lui, la luce si spegne e tutto diventa finto, apparente”.
Il Pontefice ha ricordato come, anche oggi, Gesù si presenti a noi come “il dono di Dio per l’umanità che è immersa nella notte e nel torpore del sonno (cfr Is 9,1). E ancora oggi assistiamo al fatto che spesso l’umanità preferisce il buio, perché sa che la luce svelerebbe tutte quelle azioni e quei pensieri che farebbero arrossire o rimordere la coscienza. Così, si preferisce rimanere nel buio e non sconvolgere le proprie abitudini sbagliate”.
E ha concluso: “Nel Natale possiamo vedere come la storia umana, quella mossa dai potenti di questo mondo, viene visitata dalla storia di Dio. E Dio coinvolge coloro che, confinati ai margini della società, sono i primi destinatari del suo dono, cioè la salvezza portata da Gesù. Con i piccoli e i disprezzati Gesù stabilisce un’amicizia che continua nel tempo e che nutre la speranza per un futuro migliore”.