Il problema yankee di Francesco
Cala il gradimento del Papa tra i cattolici americani: “E’ liberal e naïf”
Il problema americano di Papa Francesco è ben lungi dall’essere risolto. A cinque anni dall’inizio del pontificato, il Pontefice latinoamericano e la chiesa yankee continuano a non capirsi; una distanza che è sempre più profonda. A rilevarlo è l’autorevole Pew Research, che nell’ultimo sondaggio su quanto Francesco sia apprezzato oltreoceano registra “un crescente malcontento presso i cattolici repubblicani”. La polarizzazione che ha già aggredito la politica americana ora si riflette anche in campo religioso. Se nel 2014 “non c’era alcuna visibile differenza tra quanti, repubblicani e democratici, dicevano di avere un’opinione positiva di Francesco” – i livelli di approvazione erano alti, il 90 per cento tra gli elettori del Grand Old Party e l’87 tra i Dem – ora le cose sono cambiate: “I giudizi sono più alti di dieci punti tra i cattolici democratici (89 per cento) che tra i repubblicani (79)”. Il Papa viene definito “troppo liberal e naïf”. Che le alte gerarchie della chiesa americana avessero un’agenda non collimante con quella di Bergoglio era assodato e a poco sono serviti – fino a ora – i numerosi avvicendamenti alla guida delle diocesi decisi da Roma, così come le creazioni cardinalizie che hanno “premiato” pastori testimonial della chiesa in uscita anziché reduci delle culture war. Che il gradimento calasse presso la popolazione fedele, però, non era scontato. La narrazione, assai diffusa anche al di là dell’Atlantico, aveva sempre parlato di un Pontefice compreso più dalle folle che dai vescovi ancora immersi nel conservatorismo muscolare che per un trentennio aveva dominato la scena. I numeri, ora, sembrano smentire anche questa teoria.
Editoriali
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