Il Papa: "Accogliere i migranti ma con prudenza"
Francesco di ritorno dal viaggio a Ginevra parla di immigrazione: "I governi accolgano quante persone possono". Appoggio della Santa Sede a un "piano Marshall" per l'Africa
Roma. “Io ho parlato tanto sui rifugiati. I criteri sono in quello che ho detto: accogliere, accompagnare, promuovere, integrare. Mi sono riferito a tutti i rifugiati. Poi ho detto che ogni paese deve fare questo con la virtù del governo che è la prudenza, deve accogliere quanti può, quanti può integrarne, dare lavoro. Questo è il piano tranquillo sui rifugiati”.
A domanda precisa sul caso della nave Aquarius e delle separazioni famigliari tra immigrati negli Stati Uniti, il Papa ha così risposto ai giornalisti a bordo dell’aereo che lo riportava a Roma dopo la giornata intensa trascorsa a Ginevra. Francesco non ha detto nulla di nuovo, già un anno e mezzo fa, al termine del viaggio a Lund, in Svezia, aveva sottolineato la necessità di accogliere con “prudenza”, quanti immigrati si può. Con realismo. All’epoca, era il novembre del 2016, il Pontefice disse: “Cosa penso dei paesi che chiudono le frontiere? Credo che in teoria non si possa chiudere il cuore a un rifugiato. C’è anche la prudenza dei governanti, che devono essere molto aperti a riceverli ma anche a fare il calcolo di come poterli sistemare, perché non solo un rifugiato lo si deve ricevere, ma lo si deve integrare. Se un Paese ha una capacità di integrazione, faccia quanto può. Se un altro ne ha di più, faccia di più, sempre con il cuore aperto. Non è umano chiudere le porte, non è umano chiudere il cuore e alla lunga questo si paga, si paga politicamente, come anche si paga politicamente una imprudenza nei calcoli e ricevere più di quelli che si possono integrare”.
Ieri ha ribadito la medesima posizione. “C’è una preoccupazione mondiale, so che i governi parlano di questo e vogliono firmare un accordo, modificare quello di Dublino. Tanti governi europei stanno pensando a un piano per investire intelligentemente in quei paesi, offrendo educazione”. Serve, ha sottolineato il Papa, “un piano di investimenti e di educazione in Africa per farla crescere”.