Il giustizialismo all'assalto della chiesa
Sulla pedofilia il Cile copia l’Irlanda e mette nel mirino il Vaticano
Nel baratro sempre più profondo in cui sta sprofondando la chiesa cilena, decapitata dei suoi vertici dopo i casi di pedofilia nel clero, con quasi tutti i vescovi in carica dimissionari, è planata con tutta la sua forza anche la giustizia locale, pronta ad assestare il colpo di grazia a una struttura già compromessa. L’unità per la cooperazione internazionale e le estradizioni ha infatti richiesto al Vaticano di fornire l’intero rapporto elaborato dal delegato papale mons. Charles Scicluna, il vescovo che nei mesi scorsi Francesco aveva inviato nel paese sudamericano per parlare con le vittime, raccogliere le loro denunce, farsi un’idea del coinvolgimento dei vescovi riguardo ai casi di abusi sessuali su minori. Un rapporto che però è segreto, richiesto esplicitamente dal Papa e solo da lui letto. Pagine che non devono essere lievi, se è vero che dopo averle studiate Bergoglio ha cambiato radicalmente posizione rispetto a quella assunta fino a gennaio, quando in Cile prese apertamente le difese dei vescovi discepoli di padre Fernando Karadima, pedofilo seriale e già sanzionato dalla congregazione per la Dottrina della fede. Letto il dossier di Scicluna, il Papa ha convocato a Roma tutti i vescovi cileni, chiedendone le dimissioni. E’ prevedibile che la risposta vaticana sarà negativa: un conto è la collaborazione con le autorità giudiziarie, altra cosa è rivelare informazioni riservate. Sulla già triste vicenda incombe la mannaia giustizialista, un po’ come nell’Irlanda sconvolta qualche anno fa dai casi di pedofilia commessi da parte di membri del clero, che portarono qualche più o meno autorevole istituzione a chiedere perfino la messa in stato d’accusa di Benedetto XVI.