Il Papa vota contro i sovranisti
“Preoccupazione per il crescente nazionalismo che tralascia il bene comune”
Che la chiesa fosse in campo per sventare la minaccia sovranista e populista in vista delle ormai imminenti elezioni europee, si era capito. Bastavano d’altronde gli articoli della Civiltà Cattolica e gli editoriali battaglieri di Avvenire. Ieri sul tema ha parlato il Papa, ricevendo in udienza i partecipanti alla plenaria della Pontificia accademia delle scienze sociali. “Abbiamo purtroppo sotto gli occhi situazioni in cui alcuni stati nazionali attuano le loro relazioni in uno spirito più di contrapposizione che di cooperazione”, ha premesso Francesco, aggiungendo che “la chiesa osserva con preoccupazione il riemergere, un po’ dovunque nel mondo, di correnti aggressive verso gli stranieri, specie gli immigrati, come pure quel crescente nazionalismo che tralascia il bene comune”. Il Papa ogni tanto si fa prendere la mano – come quando dice che “tutte le nazioni sono frutto dell’integrazione di ondate successive di persone o di gruppi di migranti”, il che non è vero, ma il concetto è chiaro: chi vuole minare “il cammino di avvicinamento e concordia tra i popoli intrapreso nel Secondo dopoguerra” va fermato a tutti i costi. Il Papa non può dire che “Bannon e Dugin sono i sacerdoti del populismo” più mefitico che ci sia – lascia il compito alla Civiltà Cattolica, che ha ospitato di recente un manifesto del capo dei vescovi dei paesi della Ue, mons. Jean-Claude Hollerich – ma lo pensa e lo dice, seppure con altri toni ed edulcorando il discorso. Il problema, a giudizio di Bergoglio, è nel modo in cui la globalizzazione sta cambiando il corso della storia. Una globalizzazione “immaginata come ‘sferica’, che livella le differenze e soffoca la globalizzazione” porta al riemergere non solo dei nazionalismi, ma anche degli “imperialismi egemonici”. Ecco allora che lo stato “è chiamato a una maggiore responsabilità” e deve “partecipare all’edificazione del bene comune dell’umanità, elemento necessario ed essenziale per l’equilibrio mondiale”. L’opposto del disegno sovranista così in voga a queste latitudini.
Vangelo a portata di mano