Papa Francesco (foto LaPresse)

Papa Francesco impari da Stanford

Redazione

Per le finanze il Vaticano deve ispirarsi alle università americane (o a Cariplo)

Il caso finanziario del Vaticano legato all’investimento da 200 milioni nel palazzo londinese di Sloane Square, con le solite dimissioni eccellenti, passerebbe inosservato in epoca di Panama papers ormai filone cinematografico se non fosse per una cosa: avviene sotto un pontificato che dichiara “sterco del diavolo” la ricchezza. Può avere un senso puntare sul ritorno immobiliare dello shopping a Chelsea di milionari arabi, russi e cinesi, o di qualche rischioso parente della Royal Family, se però non hai un Papa antiglobalista che adibisce a dormitorio per senzatetto un edificio nobiliare della Santa Sede. Tra i due palazzi, di Sloan Square e Borgo Santo Spirito, qualcosa stride e urge una separazione tra sacro e profano: una soluzione la suggerisce Andrea Tavecchio, esperto di gestioni, consigliere di Assofiduciaria: “In Vaticano per gestire le finanze, che devono essere solide, dovrebbero ispirarsi agli endowment fund delle università americane. O per stare più vicino, basterebbero stile e strategie di Fondazione Cariplo”.

 

Gli endowment fund sono la vera riserva finanziaria degli atenei americani. Sono trust alimentati da donazioni private detraibili dal fisco, molte trasmesse da generazioni, che rappresentano il 60 per cento dei bilanci delle università mentre rette e contributi pubblici concorrono per la restante minoranza. L’endowment di Harvard è di circa 19 miliardi di dollari per l’ateneo che forma la classe dirigente politica, economica e giudiziaria. Il sistema prevede la separazione netta tra gestione finanziaria e didattica: Stanford in California ha ricevuto contributi prima dai magnati del petrolio e poi da quelli dell’hi-tech e con le royalty dei suoi laboratori – dove sono nati Google, Sun Microsystems, Cisco, Yahoo!, Hp e molti altri – finanzia le scienze umanistiche, la filosofia e la ricerca ambientale. Tavecchio indica anche Cariplo, che a Milano è motore di un terzo settore dove coabitano beneficenza, business e cultura. Ma l’ideologia pauperista di Bergoglio non è da meno di quella statalista degli atenei pubblici, per i quali ciò che è privato è considerato come una minaccia alla libertà di pensiero. I risultati sono Sloane Square e università poco dinamiche.

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