Papa Bergoglio, in occasione della Giornata per la cura del creato, ha inviato un appello che molti hanno interpretato come un invito a muoversi in direzione di una “decrescita consapevole”. Il cuore del suo appello sta nella richiesta di una “giustizia riparativa” nei confronti dei paesi di quello che una volta si chiamava il terzo mondo, il sud del pianeta sottoposto a uno sfruttamento “che ha provocato un enorme debito ecologico, dovuto principalmente al depredamento delle risorse e all’uso eccessivo dello spazio ambientale comune per lo smaltimento dei rifiuti”. Nell’ambito di questo ragionamento, della richiesta di “stili equi e sostenibili di vita”, non c’è spazio per una ripresa economica e produttiva, nemmeno dopo la caduta repentina determinata dalla pandemia, ma solo per misure egualitarie. Lo dice il Pontefice quando afferma che “la crisi, in un certo senso, ci ha dato la possibilità di sviluppare nuovi modi di vivere”.
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