Non parlare di attacco “islamista”, benché “islamista” sia aggettivo che designa la degenerazione violenta dell’islam e non la religione musulmana, è comprensibile: il criterio della prudenza è accettabile, anche per non fomentare rivolte contro i cristiani in quei paesi dove i cristiani sono minoranza spesso senza grandi tutele da parte dello stato. L’Osservatore romano, organo ufficiale della Santa Sede, compie però un salto carpiato nel campo del pol. corr. più ortodosso e censura anche la parola “chiesa”, quasi che la decapitazione di una settantenne e lo sgozzamento di un sacrestano siano avvenuti al mercato o in qualche altro luogo pubblico della bella città francese. “Attacco a Nizza: morte in un luogo di amore e consolazione”, titolava ieri a caratteri cubitali il giornale del Papa, dove per “luogo di amore e consolazione” si intende proprio la basilica di Notre-Dame. L’editoriale di spalla è ancora più prudente: “Si segue la pista terrorista”, quando fin da subito la matrice dell’assassinio era chiara.
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