Ma allora perché Becciu è stato cacciato?
Il Papa abbraccia il cardinale. I motivi della punizione restano oscuri
Il Papa ha saltato l’apertura del Triduo pasquale in San Pietro, lasciando al cardinale decano Re il compito di celebrare la messa in Coena Domini. Mistero fitto su cosa avesse da fare di così importante Francesco tanto da saltare l’appuntamento solenne, stante il silenzio tombale del Vaticano. Arcano svelato nel tardo pomeriggio di giovedì, quando si è saputo che aveva celebrato sì la messa, ma nell’appartamento privato del cardinale Giovanni Angelo Becciu. Incontro tutt’altro che riservato, visto che il Pontefice ha acconsentito a darne pubblicità.
Ma allora, Becciu è colpevole o innocente? Se è innocente come lasciano supporre le inchieste internazionali su palazzi e immobili vari, perché non viene reintegrato a pieno titolo nel Collegio cardinalizio? Sono passati sei mesi infatti da quando il Papa lo defenestrò, privandolo dei diritti connessi al cardinalato (non si sa ancora cosa voglia dire ciò). Motivazioni? Nessuna. Spiegazioni da Oltretevere? Zero.
Non si sa perché Becciu sia stato punito, se non – sussurra qualcuno – per colpa di una copertina dell’Espresso recapitata sulla scrivania papale a Santa Marta sui torbidi affari dell’allora prefetto della congregazione per le Cause dei santi. Si è saputo in queste ore che Francesco e Becciu si sono sentiti più volte in questi mesi, e pure incontrati. La messa a domicilio è un segnale di affetto. Qualcuno, maliziosamente, sostiene che è andato metaforicamente a lavare i piedi al cardinale depotenziato, a purificarlo dalle colpe, insomma. Sarà. Di certo è che un po’ più di trasparenza, se non altro nella comunicazione, sarebbe doverosa. Soprattutto da chi ha promesso di abbattere i corvi e di trasformare la Chiesa in un palazzo di cristallo dove di segreto e opaco c’è ben poco.
Vangelo a portata di mano