editoriali
Ma cosa sta combinando il Papa?
Perfino il prof. Melloni, antico fan di Francesco, non ci capisce più nulla
Finché lo dicevano i soliti conservatori, subito confinati dal pensiero dominante nella categoria dei tradizionalisti antipapisti, la questione era facilmente liquidabile. Ora che a mettere in fila gli atti papali delle ultime due settimane è Alberto Melloni, principe della Scuola di Bologna e orgoglioso storico progressista della Chiesa, la faccenda si fa più seria. Ieri, su Repubblica, Melloni ha firmato un editoriale dal titolo eloquente: “Il giugno nero della Chiesa”, che si conclude con la profezia di una “tempesta” imminente.
Il responsabile è Francesco, che vuoi per “l’influsso eccessivo di consiglieri grossolani”, vuoi per “il piglio autoritario già rimproverato al giovane Papa Bergoglio nella compagnia”, comanda una Barca che fa acqua. Melloni elenca i fatti. Negli ultimi quindi giorni il Papa ha pubblicato “la missiva ‘personale’ del cardinale Marx”, poi tramite decreto ha fissato il limite di dieci anni consecutivi al mandato degli organi dirigenti dei movimenti ecclesiali – “norma che comprime i diritti dei fedeli fissa la liquidazione dei capi in carica, mette sub iudice i fondatori viventi in nome di un bene definito ideologicamente”. Quindi ha condannato all’esilio Enzo Bianchi con “un danno alla credibilità ecumenica della Chiesa e un monastero in frantumi”; ha nominato un ispettore alla congregazione per il Clero e quattro giorni dopo ha scelto il nuovo prefetto rendendo inutile l’ispezione. E poi le vicende finanziarie, l’affaire del cardinale Becciu, l’accenno all’eucaristia “come pane per i peccatori” con il rischio che Biden fosse “bersaglio della sua Chiesa”. Insomma, neanche i suoi più convinti e onesti sostenitori capiscono più cosa stia facendo Francesco, dove voglia andare, quale sia il suo progetto per la Chiesa una volta capito che bisogna aprire l’ospedale da campo e assistere i poveri. Tutto sacrosanto. Ma poi? La tempesta che si avvicina è quella anticipata da ispezioni, visite apostoliche, clima asfissiante su ordini religiosi e movimenti. Il cardinale Maradiaga annunciò l’arrivo della primavera. Forse parlava della sua Tegucigalpa, non di Roma.
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