editoriali
La Chiesa americana va alla guerra
Via libera (con maggioranza schiacciante) al documento che non piace al Papa
La Conferenza episcopale americana preparerà un documento dottrinale sul significato dell’eucaristia. Dopo mesi di accuse reciproche tra fronti opposti (conservatori contro liberal e viceversa), con il cardinale arcivescovo di Washington che venerdì pomeriggio diceva in plenaria che “mai l’episcopato statunitense è stato così diviso”, è arrivato il via libera: 168 favorevoli al documento, 55 contrari, 6 astenuti. Una maggioranza schiacciante, molto più ampia di quanto fosse lecito attendersi.
Soprattutto perché da quando era stata lanciata l’idea, nello scorso autunno, la battaglia si era arricchita di prese di posizione contrarie assai “pesanti”: dal principale consigliere del Papa in terra americana, il cardinale Blase Cupich (che attaccava su Twitter il presidente della conferenza episcopale, mons. José Horacio Gómez) alla lettera con cui il prefetto per la Dottrina della fede, il cardinale Ladaria, chiedeva di dialogare e di lasciar perdere prese di posizione unilaterali capaci di favorire divisioni ulteriori.
Invece, nonostante l’opposizione di un’agguerrita parte di presuli, la maggioranza ha deciso di andare allo scontro finale che potrebbe portare a negare ai rappresentanti politici cattolici ma pro choice l’accostamento alla comunione. E il primo a essere interessato da un ipotetico provvedimento di tale fattura sarebbe Joe Biden, secondo presidente cattolico nella storia degli Stati Uniti.
Sebbene diversi vescovi si siano dichiarati favorevoli al documento a patto che fosse prevista l’eliminazione del riferimento ai politici da “scomunicare”, il dato politico è che il fosso tra Roma e l’America si allarga ancora di più. E’ la conferma che sotto al Cupolone non bisogna preoccuparsi solo di quel che avviene sulle sponde del Reno. Oltreoceano non si scherza affatto.