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editoriali

Se i cattolici vanno in piazza per la pace in Ucraina

Redazione

I paletti sono quelli indicati da Papa Francesco: niente marce equidistanti a Kyiv

Dopo l’appello del Papa all’Angelus di domenica scorsa affinché Russia (soprattutto) e Ucraina pongano termine al conflitto, qualcosa si muove sul fronte del movimentismo cattolico. Avvenire,  che – particolare non da poco – è il quotidiano della Conferenza episcopale italiana, sponsorizza una mobilitazione senza bandiere (lo fa dire a Giuseppe Conte, l’ex premier che invita a non seguire “l’ossessione di un’ipotetica vittoria militare sulla Russia”) che faccia fermare “lo tsunami” e “l’escalation bellica in corso” (editoriale in prima pagina). “Mezzi di pace per fare la pace” è il titolo d’apertura, “da Mattarella a Zuppi appello a non cedere alla logica bellica”.

 

Il percorso è tracciato: non è più tempo di organizzare marce populiste a Kyiv brandendo striscioni multicolor pacifisti davanti alle case degli abitanti locali mentre Putin fa cadere bombe qua e là nel paese. Francesco, nel suo intervento perfettamente aderente ai canoni della più classica diplomazia, ha chiarito che il primo che deve fare mea culpa è il capo del Cremlino. In secondo luogo, Volodymyr Zelensky deve mostrarsi aperto e disponibile a valutare serie ipotesi di pace. E’ in questo tracciato, preciso e ben delimitato, che i movimenti cattolici pronti a impegnarsi per la pace dovranno muoversi. Senza ammiccare a cedimenti antioccidentali o tentativi di incolpare la Nato d’aver provocato l’invece solitamente morbido e tranquillo Putin. E’ anche il tentativo, benché indiretto, di ritagliare uno spazio di mediazione alla Chiesa cattolica, che oggi non gode di particolare attenzione né da parte russa né da quella ucraina, vuoi per l’incancrenirsi della situazione sul terreno, vuoi per alcune dichiarazioni che non hanno rasserenato il clima.

 

Lo spazio è stretto, le possibilità di una buona riuscita non sono molte. Ma che qualcosa si muova in una base che si riscopre un po’ vivace, è un dato di fatto che merita d’essere segnalato.   

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