Editoriali
Benedetto XVI non teme il processo sugli abusi della Chiesa
Niente insabbiamenti, solo massima trasparenza: Ratzinger vuole difendersi in tribunale dall’ultimo vile attacco, anche per tutelare la reputazione fondata su una vita passata a contrastare la pedofilia all'interno del mondo cattolico
Lo scorso gennaio il nome di Joseph Ratzinger era finito nel rapporto indipendente sugli abusi compiuti nella diocesi di Monaco di Baviera. Su un totale di 497 casi d’abuso accertati, a Ratzinger veniva imputata “l’inazione” in quattro, tra il 1977 e il 1982. L’allora arcivescovo bavarese avrebbe infatti autorizzato il sacerdote Peter Hullermann (riconosciuto colpevole di abusi plurimi) a operare nella diocesi di Monaco benché fosse acclarato fin dal 1980 che questi fosse affetto da “disturbo narcisistico con pedofilia ed esibizionismo”.
In un primo tempo, i legali di Benedetto XVI avevano negato che Ratzinger fosse presente alla riunione del 1981 in cui era stato dato il placet all’attività di Hullermann in diocesi. Immediatamente, il Papa emerito aveva provveduto a rispondere per iscritto al rapporto, sottolineando che lui invece era presente a quell’incontro e che i legali erano incappati in una semplice svista. In una lettera diffusa dal Vaticano, poi, il Papa emerito si era detto “profondamente colpito che la svista sia stata utilizzata per dubitare della mia veridicità e addirittura per presentarsi come bugiardo”. Anche perché la sua presenza alla riunione incriminata è certificata dalla biografia curata da Peter Seewald.
Adesso, un ulteriore passo: il Papa emerito non ha alcuna intenzione di farsi mettere alla gogna, ma intende difendersi in tribunale. Nessun insabbiamento né trattativa separata, bensì tutto in pubblico e con la massima trasparenza. Come del resto ha fatto in qualità di prefetto per la Dottrina della fede prima e di Pontefice poi. Non si può dimenticare che lui, scriveva all’inizio dell’anno Vatican News, “ha promulgato norme durissime contro gli abusatori clericali, vere e proprie leggi speciali per contrastare la pedofilia”. Ora lo dimostrerà in tribunale, per sua volontà.
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