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Editoriali

Sull'orlo dello scisma. Il monito del Vaticano alla Chiesa tedesca

Redazione

“Non potete istituire il vostro Consiglio sinodale”. È la risposta della curia vaticana sulla legittimità dell'iniziativa tedesca. Ma mons. Georg Bätzing ha sottolineato che ogni preoccupazione è infondata

L’assemblea del Cammino sinodale in Germania ha deciso, nei mesi scorsi, di istituire un Consiglio sinodale permanente composto da laici e vescovi, chiamato non solo a discutere questioni finanziarie (la Chiesa tedesca sempre lì va a parare, nella cassa dei denari) ma anche decisioni che influirebbero sulla vita delle stesse diocesi. Cinque vescovi ordinari (di Colonia, Ratisbona, Passau, Eichstätt e Augusta – peraltro gli unici conservatori in carica) hanno chiesto alla curia vaticana di chiarire se loro siano costretti a partecipare a tale Consiglio e se, soprattutto, tale organismo sia legittimo.

 

La risposta è arrivata con una lunga lettera firmata dai cardinali Parolin, Ouellet e Ladaria, rispettivamente segretario di stato, prefetto per i Vescovi e prefetto per la Dottrina della fede. Non necessita di troppe parafrasi il testo, approvato dal Papa “in forma specifica”: “Il Consiglio sinodale – scrivono i tre cardinali – costituirebbe una nuova struttura di governo della Chiesa in Germania che sembra porsi al di sopra dell’autorità della Conferenza episcopale tedesca e sostituirla di fatto”.

 

Per essere ancora più chiari, “né il Cammino sinodale né alcun organismo da esso istituito né alcuna Conferenza episcopale hanno la competenza di istituire il Consiglio sinodale a livello nazionale, diocesano o parrocchiale”. Il presidente della Conferenza episcopale tedesca, mons. Georg Bätzing, ha ringraziato per la missiva, sottolineando come sia “infondata la preoccupazione espressa che un nuovo organismo possa ergersi al di sopra della conferenza episcopale o minare l’autorità dei singoli vescovi. Il Consiglio sinodale, che dovrà essere preparato dal Comitato sinodale, si muoverà dunque nell’ambito del diritto canonico applicabile secondo il mandato contenuto nella delibera”. Si va avanti, dunque, nonostante da Roma arrivino sempre più frequenti richiami a tornare sub Petro e a diluire (“confluire”) propositi di riforma, anche radicali, nel grande Sinodo universale sulla sinodalità.

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