editoriali
Mons. Viganò è accusato di “scisma”. Ben fatto, caro Papa
Il vescovo, già nunzio negli Stati Uniti, è finito a processo. La pena prevista è la scomunica. Va bene la misericordia e pure l’umana pazienza, ma la Chiesa non può tollerare il trash
Mons. Carlo Maria Viganò, già nunzio negli Stati Uniti, è finito sotto processo. A convocarlo è stato il Dicastero per la dottrina della fede, l’accusa è quella più pesante: “Delitto di scisma”. La pena prevista dal Codice di diritto canonico è la più temuta: “Scomunica latae sententiae”. Il provvedimento dell’ex Sant’Uffizio sottolinea le “affermazioni pubbliche dalle quali risulta una negazione della legittimità di Papa Francesco, rottura della comunione con lui e rifiuto del Concilio Vaticano II”. Lui, dando conto della convocazione, ha scritto che è un onore: “Non è un caso che l’accusa nei miei confronti riguardi la messa in discussione della legittimità di Jorge Mario Bergoglio e il rifiuto del Vaticano II: il Concilio rappresenta il cancro ideologico, teologico, morale e liturgico di cui la bergogliana ‘chiesa sinodale’ è necessaria metastasi”.
Viganò è stato un arcivescovo di rango, era segretario del Governatorato ed era in odor, chissà, di porpora cardinalizia. Poi il trasferimento a Washington e il pensionamento dopo qualche anno dall’arrivo di Papa Francesco. Nel 2018 scrisse un memoriale lunghissimo in cui accusava Francesco – definito “servo di Satana” – di aver coperto il cardinale Theodore McCarrick, abusatore di seminaristi che lo stesso Pontefice ha ridotto allo stato laicale. Viganò da quel momento iniziò a chiedere le dimissioni del Papa, anche quando il suo Memoriale fu smontato. L’arcivescovo si è quindi eclissato: appariva solo in video con messaggi dal tono sempre apocalittico, con omelie diffuse attraverso siti e blog affini alla sua visione del mondo e della Chiesa. È diventato un campione della folta schiera No Vax e No Pass, ha assunto le difese di Putin dicendo che “George Soros e la cabala globalista hanno voluto la guerra”. Si mormora che si sia fatto riconsacrare vescovo, e per di più dal negazionista lefebvriano Richard Williamson (negando così la validità dell’ordinazione fatta da Giovanni Paolo II nel 1992).
Va bene la misericordia e pure l’umana pazienza, ma alla fine la misura è colma. La Chiesa è una cosa troppo seria per ammettere la diffusione (questa sì metastatica) del trash al suo interno.
Vangelo a portata di mano