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editoriali

Lukashenka reprime il dissenso cattolico

Redazione

Prima condanna di un prete per “alto tradimento”. Si avvicinano le elezioni

Il sacerdote cattolico Henrykh Akalatovich è stato condannato a undici anni di carcere per alto tradimento da una corte di giustizia bielorussa. E’ la prima condanna politica a danno di un prete cattolico da quando la Bielorussia è divenuta indipendente dopo il crollo dell’Unione sovietica, nel 1991. Akalatovich ha respinto ogni accusa: era in carcere da più di un anno e nonostante sia malato di tumore, gli è stato imposto l’isolamento e non gli sono stati consegnati né i vestiti caldi inviati dall’esterno né gli è stata consentita una dieta particolare. Secondo il Centro per i diritti umani “Viasna” – organizzazione non governativa attiva dal 1996, quando si organizzò per sostenere le forze democratiche contro il sistema guidato con pugno di ferro da Aljaksandr Lukashenka – la condanna serve al governo come monito in vista delle imminenti elezioni presidenziali, fissate per il 26 gennaio: chi dissente viene colpito, senza riguardo neppure alla fede religiosa. Anzi, i religiosi sono finiti nel mirino da quando molti di loro hanno appoggiato i moti di piazza del 2020 contro il sesto mandato di Lukashenka.

 

All’epoca si erano verificate tensioni anche con la Santa Sede, dopo che all’allora vescovo di Minsk, mons. Tadeusz Kondrusiewicz, fu impedito di tornare in Bielorussia. La situazione fu risolta diplomaticamente, con la rinuncia alla guida pastorale della diocesi dal vescovo sgradito il giorno stesso del compimento del suo settantacinquesimo anno d’età (quello della pensione). Non vi è differenza fra cattolici, ortodossi e protestanti: chi non obbedisce, protesta o semplicemente “non fa il suo lavoro” (come disse il presidente), viene sanzionato. L’alto tradimento per cui don Henrykh Akalatovich si sarebbe concretizzato in alcune omelie pronunciate nella sua parrocchia d i Valozhyn, nella Bielorussia occidentale: troppe critiche al governo per poter restare libero e impunito. Il concetto di libertà, a Minsk, non è troppo dissimile da quello che si proclama nella vicina Mosca.

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