editoriali
Donne in curia, il Papa accontenta il mondo (e fa l'ennesimo pasticcio)
A capo dei religiosi ci sarà una suora, Simona Brambilla, missionaria della Consolata e già segretaria del medesimo dicastero. Il ruolo di vice va al cardinale Fernández Artime. La popolarità del Ponteficie ne beneficia, l’ordine interno no
Il mondo voleva una donna con poteri di comando in curia e il Papa, dopo qualche scivolone di troppo che negli ultimi giorni l’aveva messo in difficoltà (lui e la sempre più disorientata comunicazione vaticana), ha trovato il modo di recuperare posizioni nell’indice di popolarità. Ecco allora che arriva la prima donna prefetta, al dicastero dei religiosi. Si tratta della brianzola Simona Brambilla, missionaria della Consolata e già segretaria del medesimo dicastero. Esperienze di livello in Mozambico e laurea in psicologia alla Gregoriana. Un curriculum senza dubbio importante che però conta fino a un certo punto: l’importante era mettere una donna a capo di un dicastero e che ciò fosse fondamentale lo si vede scorrendo i social ufficiali del Vaticano, dove la componente genetica della reverenda Brambilla è messa in grande evidenza.
Al di là della scelta à la page, l’aspetto più interessante per gli addetti ai lavori è la nomina del pro prefetto: un cardinale. In sostanza, non essendo ben chiaro cosa sia un pro prefetto quando nello stesso giorno e per lo stesso incarico viene nominato un prefetto (non sarà perché Brambilla è una suora?), è arduo comprendere il ruolo di mosn. Ángel Fernández Artime, già capo dei salesiani, poi fatto cardinale a sorpresa senza ordinazione episcopale (arrivata in un secondo tempo) e infine lasciato mesi a bagnomaria in attesa degli eventi. E quando si libera il posto più adatto a lui, viene messo a fare il vice. E meno male che la tanto annunciata e invocata riforma della curia romana avrebbe dovuto semplificare le cose, rendendo più chiaro ciò che per decenni era oscuro e terreno fertile per trame e cospirazioni. In realtà, la riforma ha solo cambiato nome agli uffici curiali, lasciando come sempre al Pontefice la libertà di fare come più crede. Valicando limiti d’età da lui stesso imposti per giustificare qualche repentino allontanamento, intervenendo a processi in corso con motu proprio ad hoc, mettendo cardinali a fare da segretari di semplici preti o, da oggi, di suore. La popolarità ne beneficia, l’ordine interno no.
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