editoriali
Zuppi batte un colpo sull'antisemitismo
Le opportune parole del Cardinale sui fatti di Bologna dopo i mai smentiti sproloqui vaticani
All’indomani dell’assalto alla sinagoga di Bologna, l’arcivescovo della città, il cardinale Matteo Zuppi, ha detto che “non c’è giustificazione per qualsiasi violenza e condanniamo l’inaccettabile e mai estinto seme dell’antisemitismo. E condanniamo con fermezza la violenza contro le Forze dell’ordine. Ci auguriamo che straziati dal dolore per tutte le vittime, per i bambini e per ogni innocente che muore, tutti si impegnino per la liberazione degli ostaggi, a porre fine alle ostilità, e disarmino il cuore dell’uomo dall’odio e dalla violenza, e che il dialogo prenda il posto della guerra e di ogni forma di violenza”. Parole chiare che non necessitano di interpretazioni, attese e necessarie.
In un periodo come questo che ha visto precipitare i rapporti fra la Santa Sede e Israele, cosa assai più preoccupante e foriera di conseguenze negative, fra Chiesa e comunità ebraiche, l’ultima parola non poteva essere quella degli ospiti iraniani ricevuti in udienza in Vaticano, secondo i quali il Papa avrebbe confessato loro di detestare Netanyahu e – proprio come i dotti di Teheran convenuti oltretevere – di “non avere problemi con gli ebrei”. Parole che, dette nel 2025, lasciano interdetti e fanno ripiombare la storia del dialogo ebraico-cristiano indietro di almeno sessant’anni. Già una Santa Sede costretta a specificare di non avere problemi con gli ebrei è qualcosa che si riteneva non si sarebbe più udito, ma dover anche specificare più volte di condannare fermamente l’antisemitismo (come fosse non scontato) rende evidente come nulla possa essere più considerato acquisito. Le parole del cardinale Zuppi, se non altro, rimettono ordine e chiariscono alcuni punti che, riferiti alle parole del Pontefice mai smentite dalle autorità vaticane, rischiavano di mettere una pietra tombale sul rapporto con i “fratelli maggiori”.