Le immagini della più grande asta su Kubrick
Dal ciak di Eyes Wide Shut, alla giacca di Shining. Una vita al fianco di Stanley Kubrick e dei suoi oggetti. Emilio D’Alessandro, suo amico e assistente, vende la più importante raccolta di memorabilia del regista
manifesto edito da N. Moneta per l'edizione italiana di Lolita. Diventanto immediatamente simbolo di uno dei film più controversi di Kubrick, è stato elaborato sulla base degli scatti realizzati da Bert Stern sul set del film, tra cui venne scelta proprio l'iconica immagine di Sue Lyon con gli occhiali a forma di cuore
Giaccone di tipo militare, foderato all’interno, taglia “Small Regular – NATO size: 7030/8494”, fettuccia di stoffa a nome Kubrick stampata sul petto, all’interno ulteriori indicazioni di tipo militare e annotazione manoscritta di Emilio D’Alessandro che ne attesta il successivo possesso con le sue iniziali E.D.
Attrezzi militari e il cappello in feltro con fettuccia indossato dall’attore Ronald Lee Ermey durante le riprese di Full Metal Jacket
Gilet in cotone verde a tasche sia interne che esterne, taglia XL, con ricamo “Stanley Kubrick’s Full Metal Jacket” creato appositamente per i membri della produzione.
Camicia in cotone bordeaux con due tasche sul petto, marca Austin Reed “Made in Sweden”. La camicia proviene dal set di Shining ed è stata indossata dall’attore Jack Nicholson nelle prove dei diversi costumi previsti per il film
Ciak originale del film Eyes wide shut in plastica, legno, metallo e due magneti, con tutte le scritte incise in nero tranne che per Panavision incisa invece in rosso
Gruppo di 4 tagliandi da viaggio utilizzati durante la traversata intrapresa da Kubrick con il celebre transatlantico Queen Mary della Cunard Lines verso l’Inghilterra con la data ‘7/21/1965’. Su due dei tagliandi della Cunard è anche specificato il primo indirizzo del regista nel Regno Unito, l’Hotel Normandie di Londra. Nel lotto anche altro “tag” di prima classe di un viaggio intrapreso da Kubrick da New York a Southampton con la United States Lines nel maggio del 1991 con, in questo caso, l’indirizzo a nome dalla sua casa di produzione, la Hawk Films
ARANCIA MECCANICA Seconda edizione edita nel 1972 dell'iconico manifesto realizzato per pubblicizzare l'uscita del film Arancia Meccanica nelle sale italiane, dopo la proiezione al Festival del Cinema di Venezia 140 x 100 cm
Orologio da polso al quarzo di marca Lorus modello V532-5A40R1, in metallo dorato e movimento fatto in Giappone, indossato da Tom Cruise durante le riprese di Eyes wide shut
Grande stendardo in tela bordeaux con la scritta in giallo “Caffè da Emilio” dipinta da ambo i lati, usata sul set di Eyes wide shut. D’Alessandro ha più volte raccontato che Kubrick gli chiese di usare il nome Emilio per un negozio nelle vie che ricostruivano New York negli studios di Pinewood. Apparentemente questo nome aveva anche una valenza familiarmente affettiva per il regista, in quanto i suoi genitori quando vivevano a Los Angeles, abitavano proprio al di sopra di una caffetteria che si chiamava così.
La casa d'aste Bolaffi ha messo all'incanto i cimeli di Stanley Kubrick dalla collezione del suo assistente e autista Emilio D’Alessandro, la cui storia singolare è stata raccontata anche nel documentario di Alex Infascelli "S Is for Stanley - Trent'anni dietro al volante per Stanley Kubrick". Dalla giacca di Jack Torrance in Shining al ciak di Eyes wide shut, a Torino è iniziata l'asta dei memorabilia di Stanley Kubrick e dei suoi film. A raccoglierli è stato D'Alessandro che in 30 anni di lavoro al suo fianco ha salvaguardato alcuni dei cimeli del regista raccogliendoli in una piccola collezione privata.
Alcuni pezzi sono particolarmente rari, come un lungo frammento della pellicola originale di Shining (base d'asta 3 mila euro) donato a D'Alessandro dal regista che solitamente ne bruciava tutte le parti avanzate per timore che qualcuno potesse copiare il suo lavoro.
Qui il catalogo completo.
Per quasi 30 anni Emilio D'Alessandro è stato autista, assistente, amico e confidente del genio del cinema. Da lui ha ricevuto in dono, oltre a un rapporto di stima e affetto, anche una quantità di oggetti provenienti dal set, mobili, costumi di scena, locandine, un frammento di pellicola, messaggi autografi. A quasi 80 anni Emilio, con la moglie Janette, ha deciso di "lasciare andare", non senza fatica, questi ricordi di una vita a chi "li potrà apprezzare e ne potrà godere", ha spiegato nel corso della presentazione della raccolta a Milano. A 19 anni dalla scomparsa del regista, morto il 7 marzo 1999, Aste Bolaffi annuncia quindi la vendita della più importante raccolta di oggetti della sua vita e della sua opera mai offerta in asta.
Dall'ultimo capolavoro di Kubrick, Eyes Wide Shut, proviene il ciak originale (5 mila euro), lo stendardo del Caffè da Emilio, gestito nel film da un personaggio interpretato proprio da Emilio D'Alessandro a cui il regista ha voluto dedicare un cameo. Poi il cappotto e l'orologio indossati da Tom Cruise nella pellicola (entrambi 3 mila euro). "A Stanley dispiaceva buttare gli oggetti che aveva utilizzato per i film - ha raccontato D'Alessandro - così li portava a casa o li regalava ai collaboratori. Quando ha finito di girare Shining mi ha chiesto se volevo i tappeti della Colorado Lounge dell'Overlook Hotel, io ho chiesto a mia moglie e li abbiamo messi in casa". C'è una curiosità anche sul cappotto di Tom Cruise: quando Kubrick glielo ha regalato, D'Alessandro l'ha fatto adattare alla sua misura, accorciando le maniche, per utilizzarlo nel lavoro in campagna, fino a quando non si è reso conto che era un oggetto di culto.
All'asta anche oggetti personali del regista, come la giacca militare usata sul set di Full Metal Jacket con stampato il suo nome (10 mila euro) e la borsa per la macchina fotografica da cui non si separava mai (8 mila euro). Emilio D'Alessandro, italiano della provincia di Frosinone emigrato nel Regno Unito, faceva da interprete al grande regista quando parlava al telefono con Federico Fellini, ed era l'unico che aveva accesso ai suoi uffici perché di lui Kubrick si fidava ciecamente. Quando Emilio D'Alessandro decise di tornare a vivere in Italia, Kubrick era tristissimo e parlando di Eyes Wide Shut, il film che stava per girare, gli disse "lo faccio se mi dai una mano – ha raccontato D'Alessandro– Alla fine ho capito che non poteva stare senza di me e sono rimasto".