Tante manovre, poche sterzate (sul debito)
Di manovra in manovra, finisce che l'Ue si dimentica del debito pubblico
Scrive oggi Isabella Bufacchi sul Sole 24 Ore ("Il Patto Ue non scioglie il nodo debito"):
La crisi del debito sovrano europeo è quindi tutt'altro che risolta. Eppure, nonostante un 2012 molto pesante in termini di aste di titoli di stato in euro, il Consiglio europeo non ha lanciato ai mercati alcun messaggio rassicurante sulla riduzione dei debiti pubblici. La gran parte del fiscal compact sembra concentrarsi sul deficit e il pareggio di bilancio, che sì riduce il debito in prospettiva ma molto lentamente.
Nel paragrafo sulla procedura per i disavanzi eccessivi, si preannuncia solo che nel nuovo patto verrà specificato il "criterio del debito in termini di valore di riferimento numerico per la riduzione del debito (regole dell'1/20) per gli Stati con un debito pubblico superiore al 60 per cento". Monti ha specificato che gli automatismi previsti per il deficit/pil non si applicheranno al rientro del debito pubblico. L'Italia, che spaventa i mercati con il debito/pil al 120 per cento (equivalente a 1.900 miliardi di cui 1.600 in forma negoziabile) potrà contare su un'analisi complessiva del nuovo patto che terrà conto di altri "fattori rilevanti", come il debito privato (basso in Italia).
Quando i 26 presenteranno i dettagli del "fiscal compact", rivelando che il debito pubblico sfuggirà alle norme più punitive sanzionatorie e ai rientri applicati con quasi-automatismi, i mercati guarderanno al bilancio illimitato della Bce come unica via d'uscita per coprire tutte le aste da 1.500 miliardi di titioli di stato nel 2012.