Snellire la sanità (guadagnandoci in salute)
Le proposte del prof. Marcello Crivellini
E se i pronto soccorsi italiani fossero in tilt perché si spende tanto e male, invece che troppo poco come tutti dicono? Ieri, sul Foglio, ecco quello che scriveva tra l'altro Marcello Crivellini, docente di Analisi e organizzazione di sistemi sanitari al Politecnico di Milano, autore di “Sanità e salute” (FrancoAngeli, 2011), dirigente dell'Associazione Luca Coscioni.
Cosa fare per tutelare contemporaneamente i soldi dei contribuenti e la salute dei cittadini? Subito le seguenti cose:
1) Portare la spesa ospedaliera dal 48 al 40 per cento della spesa sanitaria totale (come molti altri paesi) e investire in centri e servizi di cure primarie e di assistenza extraospedaliera aperti dalle 8 alle 20. Nel 2008, su oltre 22,4 milioni di accessi al Pronto soccorso solo per il 16 per cento è seguito il ricovero; anche altre indagini mostrano che circa l'80 per cento degli accessi al Pronto Soccorso è inappropriato. Il patologico e assurdo intasamento dei Pronto Soccorso deriva dal fatto che non ci sono alternative all'ospedale: è come organizzare il trasporto merci con auto di F1. Contestualmente restituire gli ospedali per acuti alla loro originaria funzione, evitando milioni di ricoveri “inappropriati” e inutili, che rendono difficili quelli “veri e necessari”.
2) Impedire che i partiti (di destra e di sinistra) considerino i Direttori generali delle Aziende sanitarie come i veri “segretari di partito” sul territorio, per il controllo di nomine, appalti, assunzioni: una gioiosa macchina da guerra per il consenso e contro la salute dei cittadini. Un esempio? Il numero di medici per abitanti nel nostro paese è alto, il 50-100 per cento in più di altri paesi (Francia, Giappone, Stati Uniti, Canada). Basterebbe una semplice legge nazionale che preveda che titoli e graduatoria dei candidati a Dg siano fissati dalle maggiori società internazionali di selezione del personale.
* Sanità per gioco. Per la foto grazie a iheartplaymo e a Flickr