Liberista e hamiltoniano, così parla G.Becker
Intervistato dalla Stampa
Oggi Paolo Mastrolilli, sulla Stampa, intervista Gary Stanley Becker, premio Nobel per l'Economia e allievo di Milton Friedman. Ecco cosa dice tra l'altro sulla crisi dell'euro.
D. Tutti stanno premendo sulla cancelliera Merkel: il presidente Obama chiede più iniziative per la crescita, mentre Hollande e Monti vogliono gli eurobond. Come dovrebbe rispondere?
R. Mettendo la crescita prima dell'austerità. Io vengo dalla scuola di Chicago e sono storicamente un sostenitore della responsabilità fiscale, però è chiaro che a questo punto la ripresa non può venire con i tagli. Ci sarà tempo per rimettere a posto i bilanci, quando la crisi sarà passata e l'euro sarà sopravvissuto.
D. Lei cosa suggerirebbe per favorire la crescita?
R. Le leve sono sempre quelle di cui si parla ormai da parecchio tempo: primo serve subito una riforma fiscale (...). Poi investimenti coraggiosi, soprattutto nella tecnologia. Altrimenti le rifolte di piazza che abbiamo visto in Grecia si allargheranno presto alla Spagna e all'Italia.
D. E' favorevole agli eurobond?
R. Lo sono sempre stato, penso che potrebbero essere uno strumento utile. La Merkel chiede una unione fiscale più forte, e ha ragione, perché senza non si può avere una vera unione monetaria. Però questo comporta anche l'emissione del debito comune. Capisco che la sua resistenza è motivata dall'irresponsabilità mostrata da alcuni paesi, ma ora la priorità essenziale è salvare l'euro.