La sinistra già spiaggiata nel '77 (a Capalbio, ovviamente)
I ricordi di Nicola Caracciolo e la nascita dell'antinuclearismo verde
Oltre Mani pulite, è l’anniversario del ’77. Insieme al ’93, uno degli anni più cupi della nostra storia. E più lunghi: finì il 9 maggio 1978 in una R4 rossa, a via Caetani. Siamo solo all’inizio, ma già se n’è lette di ogni. Ieri Gianni Riotta ha scritto (bene) che in quell’anno invecchiò dai 23 ai 40 anni. Buon per lui, ha schivato i cretinissimi trenta e tutti gli Anni 80. Sul Corriere invece è intervenuto Nicola Caracciolo (principe e fratello, giornalista e ambientalista) che proprio giovincello non era. Interviene a proposito di un’articolessa in cui il celebre fisico (oggi) Carlo Rovelli rievoca l’anno “mitico e magico”, di cui non si ricorda della violenza (“i ‘compagni che sbagliano’, lo sapevamo in tanti, erano ragazze e ragazzi con un senso morale più assoluto degli altri”) ma solo che ci si sentiva come “le comunità quacchere dei primi coloni europei in America, i compagni di Gesù in Palestina… i compagni di Che Guevara in Bolivia”. Poi i sogni svanirono in fretta. Caracciolo ricorda invece un’altra storia di vittoriosa sinistra. A Capalbio. Era appena tornato dall’America No Nukes, andarono a trovarlo dei contadini di Montalto, organizzarono una manifestazione contro la centrale, occuparono la stazione, suonarono le chitarre. Era nato l’antinuclearismo verde, per Giove, il miglior prodotto del ’77. E Caracciolo c’era. Senza aspettare quarant’anni la scissione del Pd, la sinistra era già bella che spiaggiata. A Capalbio. Dove altro, se no?
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