(foto LaPresse)

editoriali

La “notizia bellissima” di Chico Forti

Redazione

Una lunga storia, un buon successo italiano e qualche sorriso di troppo

Il ritorno in Italia di Chico Forti, per scontare nel suo paese il residuo della pena (ergastolo) cui era stato condannato venti anni fa da un tribunale degli Stati Uniti, è ovviamente una buona notizia. Il modo in cui il ministro degli Esteri Luigi Di Maio l’ha comunicata – “ho una bellissima notizia da darvi: Chico Forti tornerà in Italia” – fa parte invece del nuovo stile friendly e acchiappa like (voti, si vedrà) con cui la nostra diplomazia da qualche tempo utilizza questi “ritorni” di prigionieri di varia natura ed estrazione. Ci fu il vergognoso video di Salvini e Bonafede per l’estradizione di Cesare Battisti, ci fu lo show eccessivo per la liberazione di Silvia Romano, c’è stato il pasticcio per i pescatori di Mazara rivenduto come un successo diplomatico. E ora la “notizia bellissima” per la vigilia di Natale. Del resto la campagna di opinione pubblica a favore di Forti ha un grande seguito in Italia.  

 

 

Comunicazione politica a parte, il caso di Chico Forti è differente dagli altri. La sua condanna nel 2000 fu frutto di un processo che i suoi difensori hanno sempre contestato. Ci sono stati molti tentativi di riaprire il caso, o di riportare il cittadino italiano in patria, sempre frustrati dalla rigidità procedurale americana in queste materie e da meccanismi diplomatici probabilmente un po’ rugginosi. Il ritorno sarà possibile perché il governatore della Florida, il repubblicano Ron DeSantis, ha accolto un’istanza basata sulla Convenzione di Strasburgo: la stessa che consentì nel 1999 il rientro di Silvia Baraldini, militante di estrema sinistra condannata nel 1983 a 43 anni negli Usa. Ma in quel caso i reati riguardavano l’eversione politica, e il braccio di ferro con l’Italia riguardava la diffidenza americana circa il trattamento che Baraldini avrebbe ricevuto in patria. In questo caso si trattava di ottenere un rimpatrio, basato su una convenzione europea, che ha anche il sapore di chiudere un contestato caso giudiziario. Di Maio ha ringraziato l’amministrazione Trump e il segretario di stato Mike Pompeo. Anche se sono uscenti, i buoni rapporti non guastano mai. E’ comunque un risultato positivo per lo stato italiano e per la sua macchina diplomatica. I brindisi di Natale, potrebbero forse essere più composti.

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