la gestione della pandemia
Cos'è lo stato di emergenza e perché c'entra con il Quirinale
Il governo deve scegliere entro la fine di dicembre. Si va verso la proroga fino al 31 marzo. La decisione si intreccia con l'elezione del prossimo capo dello stato
Stato di emergenza, si va verso la proroga al 31 marzo
Entro il 31 dicembre il governo deve decidere se prorogare o meno lo stato di emergenza. Ovvero quel particolare sistema giuridico che consente all'esecutivo di assumere decisioni con tempistiche più rapide, con il preciso scopo di fronteggiare un evento particolarmente gravoso com'è appunto il caso di una pandemia o di calamità naturali. Per questo, il 31 gennaio del 2020, l'allora governo Conte bis lo attivò: erano le prime settimane della diffusione del coronavirus in Cina e si erano verificate i primi due casi (esportati) in Italia. E' durato un anno ed è poi stato prorogato per altri dodici mesi. In realtà la scadenza del 31 dicembre, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe potuta essere inizialmente prorogata fino al 31 gennaio. Così che il governo potesse acquistare tempo per capire se sussistono ancora i presupposti per usufruire di uno strumento di natura emergenziale. Ma a quanto si apprende da fonti governative, in queste ore, già domani potrebbe esserci un Cdm in cui si annuncia la proroga fino al 31 marzo. Una svolta repentina, dopo che su questa posizione hanno trovato una convergenza sia Letta che Conte, ricevuto oggi da Draghi.
Cosa permette lo stato di emergenza?
Nel caso del contrasto alla pandemia, come osservato negli ultimi due anni, lo stato di emergenza consente al governo di adottare misure cogenti, come la creazione di una struttura commissariale dedicata all'emergenza sanitaria. Per dire, senza lo stato di emergenza sarebbe stato più difficile allestire un organo che coordinasse la campagna vaccinale. Anche la divisione in fasce di rischio, secondo alcuni costituzionalisti, senza lo stato di emergenza verrebbe a cessare.
Perché il governo discute se prorogarlo o meno?
Dall'inizio della pandemia i governi che si sono succeduti sono stati accusati dai partiti di opposizione di utilizzare lo strumento senza troppe limitazioni. Siccome è un dispositivo pensato per le fasi emergenziali, non è così scontato che lo si rinnovi se l'emergenza sta nel frattempo migliorando. Sono discussioni che animano lo stesso esecutivo, visto che la situazione epidemiologica è migliore rispetto ad altri paesi europei, la campagna vaccinale è bene avviata e imperniata sulle terze dosi e rispetto allo scorso anno le condizioni sono diverse. Per questo, come hanno raccontato i giornali nel fine settimana, una delle ipotesi è di sostituire lo stato di emergenza con una legge che ricollochi la struttura commissariale gestita dal generale Francesco Paolo Figliuolo in seno alla Protezione civile.
Le posizioni dei partiti
Rispetto alla richiesta di proroga dello stato di emergenza, i partiti che compongono la maggioranza hanno posizioni diverse. Mentre il Partito democratico, ad esempio, come ha sottolineato lo stesso governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini quest'oggi in un'intervista a Repubblica, la vorrebbero per continuare ad avere gli stessi strumenti per governare la pandemia che considerano non conclusa, la Lega vi si oppone. E' la posizione dello stesso presidente del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, il più governista tra i leghisti. E la divisione è anche frutto di una sovrapposizione rispetto all'altra partita in cui saranno impegnate le forze politiche all'inizio del prossimo anno: e cioè l'elezione del nuovo capo dello stato.
Una proroga viene vista come una naturale prosecuzione dell'operato del governo, e viene sposata da quei partiti (come Pd, M5s e Forza Italia) che vorrebbero Draghi restasse a Palazzo Chigi. Chi invece spinge perché lo strumento emergenziale venga accantonato (come Salvini e soprattutto Meloni) fa il tifo per l'elezione del premier al Quirinale. Nella speranza che questo conduca a elezioni anticipate.