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Editoriale

L'ostinata chiusura dei tassisti contro il ddl Concorrenza

Redazione

Nessun accordo tra i rappresentanti del settore e il viceministro dei Trasporti, Teresa Bellanova: resta confermato lo sciopero del 5 e 6 luglio 

L’incontro della viceministro dei Trasporti, Teresa Bellanova, coi rappresentanti dei tassisti si è risolto in una fumata nera: resta per ora confermato lo sciopero del 5 e 6 luglio contro il ddl Concorrenza. Il provvedimento, da poco arrivato alla Camera dopo una lunga gestazione al Senato, prevede all’articolo 10 una delega al governo affinché faccia ordine in una disciplina ormai superata e incapace di tenere il passo di un settore in continua evoluzione. Per la verità, i criteri direttivi della delega sono abbastanza vaghi: si parla genericamente di “adeguare l’offerta alle forme di mobilità che si svolgono mediante l’uso di applicazioni web”, ridurre gli adempimenti amministrativi, promuovere la concorrenza, definire standard nazionali e adeguare il sistema sanzionatorio per contrastare più efficacemente l’abusivismo. Insomma, non sembrano esserci indicazioni rivoluzionarie: né i titolari del dossier, Enrico Giovannini e Giancarlo Giorgetti, paiono animati da velleità punitive nei confronti dei tassisti. Il fatto è che questi ultimi, o almeno la gran parte dei loro rappresentanti, sono pregiudizialmente ostili a qualunque tentativo di modernizzare una normativa che, nel suo impianto, risale al 1992 (quando c’era ancora la Sip). Il rapporto della politica italiana con le auto pubbliche è in una perenne relazione complicata: una delega analoga, approvata nel 2017, non è mai stata esercitata. E i tentativi coraggiosi di Mario Monti (2012) e Pier Luigi Bersani (2006) sono stati respinti con perdite. Ancora una volta, dunque, i tassisti si candidano a essere gli alfieri della conservazione e a svolgere alla Camera il ruolo dei guastatori che, al Senato, è toccato ai balneari. Il governo deve tenere duro non solo sulla forma delle deleghe, ma soprattutto sulla sostanza che ancora non è nota: altrimenti tanta fatica per portare a casa l’approvazione del ddl Concorrenza non sarà premiata da quelle conseguenze concrete che sono il vero oggetto del negoziato con Bruxelles.

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