È morto Piero Angela
Il giornalista e divulgatore scientifico più famoso d'Italia aveva 93 anni
È morto oggi all'età di 93 anni il giornalista e divulgatore scientifico Piero Angela. "Buon viaggio papà", scrive su Twitter il figlio Alberto.
Nato a Torino nel 1928, Piero Angela aveva iniziato la sua carriera giornalistica in Rai come cronista radiofonico, divenendo poi inviato e conduttore del tg. La sua grande popolarità è legata ai suoi programmi di divulgazione scientifica, da Quark a Superquark per citare i più importanti, con i quali ha fondato per la televisione italiana una solida tradizione documentaristica. E' stato spesso invitato nei salotti da prima serata, dove con interviste e ospitate, si è trasformato in un garbato paladino anti-chiacchiericcio.
Piero Angela aveva partecipato alla prima edizione della festa dell'Innovazione del Foglio a Venezia, dove ci aveva spiegato che diffidiamo della tecnologia, ma è la scienza, e non la politica, che produce ricchezza. "Possiamo solo ringraziare Piero Angela", aveva detto il vice direttore del nostro quotidiano, Maurizio Crippa, nel presentarlo, "per la sua curiosità, come metodo di lavoro, come metodo di vita". Uomo di eloquio garbato e di serena e pacata combattività pro-scienza, ascoltato in tv da tempo immemorabile (“Non è che la velocità della luce possa essere decisa per alzata di mano”, disse a Lucia Annunziata, su Rai 3).
Piero Angela aveva vissuto la guerra da un’angolazione particolare, quando suo padre Carlo, psichiatra (“uomo dell’Ottocento, contemporaneo di Garibaldi”), aveva nascosto nella sua clinica, tra i pazienti “agitati” e “non agitati”, molti cittadini ebrei che rischiavano il campo di concentramento e che spesso affidavano al giovane Angela lettere o messaggi per i propri cari (e una volta il giovane Angela si trovò nell’ufficio di un amico di amici di un uomo nascosto nella clinica paterna, a pochi passi da un soldato SS che per fortuna in quel momento era girato di spalle). Ma del Carlo Angela benefattore non si sarebbe saputo nulla – suo figlio dice sempre che le buone azioni non si esibiscono – non fosse stato per il diario scritto dalla figlia di un “salvato” . D’altronde quella di Angela (Piero) è anche una storia di padri (Carlo, appunto) e di figli (Alberto, noto divulgatore dallo stile vagamente più pop del genitore).
Sul Foglio di sabato 1 luglio 2017, il direttore Claudio Cerasa aveva lanciato un appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella perché nomini Piero Angela senatore a vita. “Se l’Italia del buonsenso politico trovasse un istante, durante l’estate, per mettere a fuoco l’articolo 59 della nostra Costituzione”, ha scritto Cerasa, “si renderebbe rapidamente conto che in questa complicata e delicata fase in cui vive il nostro paese, tra i cittadini ‘che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario’ ce ne sarebbe uno che più di molti altri meriterebbe di essere scelto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella come prossimo senatore a vita e che sarebbe bene affiancasse con rapidità Elena Cattaneo, Carlo Rubbia, Renzo Piano e Giorgio Napolitano, prendendo il posto del grande e purtroppo scomparso Claudio Abbado. Il nome giusto su cui scommettere oggi e sul quale varrebbe la pena di organizzare una grande campagna trasversale di buonsenso culturale è quello di Piero Angela”. All’appello hanno aderito tantissime personalità e pure tanti lettori. Il diretto interessato, in una lettera, ha ringraziato Il Foglio per l'iniziativa, ma ha aggiunto: “Ritengo sia meglio che qualcun altro ottenga questa nomina così prestigiosa. Sarebbe un onore, ma anche il mio lavoro è un modo di servire il paese”. Ciò nonostante i nostri lettori avevano continuato a scriverci.
Nel 2004 è stato insignito del titolo di Grande Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana e nel 2021 del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Un po' di letture dal nostro archivio, per ricordarlo