Scilla, Foto di Ansa 

Editoriali

Il cambiamento climatico e l'incuria che peggiora i suoi effetti

Redazione

I numeri paurosi di questa estate tra fiumi di fango - a Scilla e Stromboli -, roghi - in tutta Roma - e siccità. Ecco quello che sarebbe doveroso fare subito per riparare alla mancanza di tutela del territorio

Tra le ultime “calamità”, come si diceva una volta, il fiume di fango che a Scilla ha trascinato auto e case verso il mare. Pochi giorni prima, un fiume di fango ha stravolto Stromboli, più pericoloso del vulcano. Ogni giorno, in questa “estate da dimenticare” si verifica un disastro. Il rialzo delle temperature porta con sé una media di 16 fra grandinate e bufere d’acqua e vento ogni giorno, secondo i dati riportati da Coldiretti tratti dall’European Severe Weather Database.

 

Il cambiamento climatico è evidente e va affrontato. Ma Coldiretti giustamente sottolinea anche il fatto che gli eventi atmosferici colpiscono più duramente di quanto sarebbe logico attendersi perché nel nostro paese sono troppe le aree fragili, indebolite nella propria capacità di resilienza dalla cementificazione e dall’abbandono. E, aggiungiamo, anche dall’incuria programmatica. Ogni anno ci sono 360 milioni di metri cubi di acqua di pioggia che invece di scendere in terreni coltivati o curati per alimentare le falde rotolano giù e provocano frane. Se è vero che ci sono eventi di fronte a cui l’uomo nulla può – nei tempi stretti – come il rialzo delle temperature, la siccità e le bombe d’acqua, ci sono però fatti e conseguenze che potrebbero essere evitati, perché non sono colpa del clima.

 

La frana di Scilla è collegata all’incuria del territorio, quella di Stromboli è addirittura stata messa in relazione al bosco che non c’è più, sciaguratamente bruciato qualche mese fa. Alla periferia di Roma brucia ogni giorno un’area incolta coperta di sterpaglie: non sarebbe più logico, ed economico, ripulire le sterpaglie? Così come sarebbe doveroso in tutta Italia mettere in sicurezza corsi d’acqua, fognature e tombini? Si insiste giustamente sulla necessità di intervenire sui gas, sui consumi energetici. E questo anima l’opportunismo da telebanditori della nostra campagna elettorale.  Ma se il cambiamento climatico è un inafferrabile nemico, l’incuria amministrativa e politica nella tutela del territorio è afferrabilissima.

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