editoriali

In Italia c'è sempre meno nero

Redazione

L’economia non osservata è crollata con il Covid, ma era in calo da prima

Il Covid ha colpito anche il nero. Secondo i dati dell’Istat, infatti, l’economia non osservata – ovvero sommerso e attività illegali – si è ridotta del 14,1 per cento (passando da 203 a 174 miliardi), con una flessione più accentuata rispetto al calo del pil dovuto alla crisi pendemica (-7,6 per cento). Di conseguenza l’incidenza sul pil è scesa di 0,8 punti, passando dall’11,3 del 2019  al 10,5 per cento.

 

L’economia sommersa è quella che non compare nei radar del fisco per occultamento del fatturato, sotto-dichiarazione, lavoro irregolare, affitti in nero, etc. L’economia illegale, che è  conteggiata nel pil, è in sostanza produzione e traffico di stupefacenti, prostituzione e contrabbando. E’ facile intuire perché, con lockdown e restrizioni, ci sia stata una così forte contrazione addirittura più intensa del fortissimo crollo del pil: si sono ridotte le occasioni per evadere o svolgere attività illegali.

 

La contrazione ha riguardato in particolare settori come servizi professionali, costruzioni, servizi alla persona, commercio, trasporti, turismo e ristorazione (settori in cui è diminuito fortemente il lavoro irregolare). Ma il fattore più determinante è la dimensione delle imprese: il sommerso si è ridotto soprattutto in microimprese e imprese individuali, tra le quali la sottodichiarazione ha mostrato un calo di 10 punti a fronte a una stabilità tra le pmi.

 

C’è da dire che il peso dell’economia non osservata era in costante calo anche prima della pandemia, di circa 0,5 punti l’anno. Con il Covid c’è stata un’accelerazione. Ma è presumibile pensare che negli anni successivi al 2020 non c’è stato un rimbalzo insieme alla crescita del pil, anche perché la pandemia ha notevolmente cambiato le abitudini e i comportamenti sia dei consumatori sia degli operatori economici, basti solo pensare allo sviluppo dell’e-commerce e all’aumento dei pagamenti digitali. Questi dati vanno letti insieme a una progressiva riduzione dell’evasione a cui però, nonostante i proclami politici sul “pagare tutti per pagare meno”, non corrisponde una riduzione della pressione fiscale.