(foto Ansa)

un'indagine

È davvero così costoso per i commercianti usare il Pos?

Redazione

Il nuovo governo vuole alzare a 60 euro la soglia dopo la quale diventa obbligatorio accettare i pagamenti elettronici. Confcommercio e Confesercenti ringraziano puntando il dito contro le commissioni bancarie. Ma i costi per i negozianti sono in calo da anni 

Nell'ultima legge di Bilancio, il governo Meloni ha introdotto, tra le altre misure, l'innalzamento della soglia per cui liberi professionisti e attività commerciali di vario genere sono obbligati ad accettare pagamenti elettronici. Secondo quanto stabiliva il decreto per l'attuazione del Pnrr votato all'epoca del governo Draghi, rifiutare un pagamento elettronico comportava una sanzione di 30 euro con una maggiorazione del 4 per cento della cifra oggetto della transazione, a prescindere da quale fosse questa cifra. Adesso, nelle pieghe della Finanziaria adottata dal nuovo esecutivo, è previsto un dietrofront. L'obbligo scatta a 60 euro e sarà disciplinato da un intervento ad hoc entro 180 giorni per stabilire "i criteri di esclusione, al fine di garantire la proporzionalità della sanzione e di assicurare l’economicità delle transazioni in rapporto ai costi delle stesse". Nel frattempo l'erogazione delle multe per chi non adempie all'obbligo introdotto dal precedente governo nel scorso giugno, è stata sospesa. E anche l'iter parlamentare della legge di Bilancio sarà oggetto di un'interlocuzione con le istituzioni europee, proprio sulla fissazione della soglia oltre cui scatterebbe l'obbligo, ha fatto sapere oggi una nota di Palazzo Chigi.

Fatto sta che da subito la decisione ha fatto sì che ci si dividesse tra apocalittici e integrati, favorevoli e contrari, chi accusa il governo di facilitare l'evasione e chi esulta (le categorie commerciali) perché vede allontanarsi il pagamento di costi per la dotazione dei Pos. Ma la domanda da farsi è un'altra: quanto costa per le attività commerciali dotarsi di strumenti per il pagamento elettronico?

La situazione: il costo delle commissioni italiane è inferiore alla media europea

Secondo un'analisi dell'Associazione bancaria italiana riferita al 2019, in quell'anno la media delle commissioni sulle transazioni elettroniche in Italia era 1,1 euro, sotto quella europea (1,2 euro). Secondo una direttiva comunitaria, le commissioni dovrebbero essere non più alte dello 0,2 per cento nel caso di utilizzo del bancomat e dello 0,3 per cento quando si usano carte di credito o debito. Come vediamo, nella pratica le commissioni sono più alte, in un range tra lo 0,45 e il 4,5 per cento della cifra pagata. Ma secondo un rapporto congiunto curato dai siti specializzati nella comparazione delle offerte Osservatorioconfrontaconti e Sostariffe, dal 2017 al 2022 i costi delle commissioni sono costantemente calati. Per chi usa il circuito Pagobancomat, per esempio, la commissione in media è l'1,40 per cento, quando cinque anni fa si pagava l'1,92 per cento. Per chi sceglie i Pos fissi l'abbattimento dei costi è ancor più sensibile (la commissione scende all'1,27 per cento). Ma anche per gli altri circuiti il calo è stato notevole: dal 2,56 che si pagava nel 2017 all'1,66 che si paga adesso. Anche in questo caso la strumentazione fissa (rispetto alla mobile) risulta più economica.

Anche i costi fissi del Pos sono in calo 

L'altra grande questione è se il costo fisso, quello per dotarsi di un dispositivo per accettare i pagamenti elettronici, oltre al canone mensile, costituisca un ostacolo per le attività commerciali. Le offerte commerciali sono le più varie, e vanno da SumUp che propone un costo fisso una tantum senza canone mensile (da 29 euro fino a 149 euro), fino a quelle di istituti di credito come Unicredit e Intesa San Paolo, che applicano costi fissi di attivazione (da 100 a 200 euro) più spese mensili (dai 2,90 euro di Unicredit ai 18 euro di Intesa). Sempre secondo il rapporto di Osservatorioconfrontaconti e Sostariffe, la spesa iniziale per il Pos nel 2022 è di 44 euro inferiore rispetto al 2017, e il canone mensile vale in media 11 euro in meno: si tratta di un calo di circa il 63,6 per cento rispetto a cinque anni fa.

Per sostenere i commercianti a dotarsi di Pos, il governo Draghi aveva già previsto delle forme di incentivi predisponendo un credito di imposta dal 30 al 100 per cento a seconda del collegamento al registratore di cassa e della trasmissione dei dati sulle transazioni in tempo reale. Misura rinnovata dal governo Meloni (con una dotazione di 80 milioni di euro). Una'agevolazione quanto meno in contrasto con l'idea di innalzare la soglia di obbligatorietà.

In definitiva, il Pos è davvero così sconveniente?

Le associazioni di categoria come Confcommercio e Confesercenti sono tra quelle che più hanno appoggiato, in questi mesi, l'abolizione o quanto meno l'innalzamento della soglia per accettare obbligatoriamente i pagamenti con il Pos. Ma come si può notare confrontando le offerte online, a un range così ampio (dallo 0,45 per cento al 4,5 per cento di commissioni) corrispondono offerte molto al di sotto della media tra questi due limiti (circa 2,5 per cento). SumUp, per dire, applica commissioni dell'1,95 per cento. Le commissioni di Nexi vanno dallo 0,99% all'1,89%, ma con la specifica che fino al 31 dicembre 2022 le commissioni per i pagamenti inferiori ai 10 euro saranno rimborsate. Cioè esattamente il caso del caffè e cornetto al bar. Ragion per cui, vista la varietà di offerte commerciali, che cambiano anche in base al numero di transazioni che ogni esercente effettua, invece di fare la guerra al Pos bisognerebbe scegliere quello più conveniente per le proprie esigenze commerciali. 

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